Sono decisamente sorpreso nel constatare che taluni, fortunatamente non molti, evidentemente incapaci di vedere oltre il proprio naso, non riescono a cogliere nella “querelle” relativa a “Cicerenella” altro che una sterile lite, che abbasserebbe storici locali, musicisti di prestigio e giornalisti al di sotto del loro livello professionale e, nel perpetuarla, li esporrebbe al senso del ridicolo, anziché concluderla con una stretta di mano. C’è stato chi sui social ha scritto questo. Vorrei far notare a quanti questo hanno sostenuto che sarebbe auspicabile che facessero loro uno sforzo e volare più in alto, questo sì, un po’ più in alto, e comprendere le ragioni per le quali i professionisti indicati perseguono finalità ed obiettivi ben più profondi e importanti che quello di una ridicola lite. Proverò ad elencare questi obiettivi, che in fondo sono comuni al giornalista, al musicista e allo storico locale, che, nel perseguirli, si sono trovati l’uno a fianco dell’altro al di là di quelle che possono essere state nel passato, o possono anche essere solo sembrate, polemiche intercorse anche sulla base di risentimenti personali.
Spero che questi obiettivi possano essere colti e per concretizzare questa speranza, mi avvarrò della forma interrogativa.
1. Può essere ritenuto obiettivo di poco conto ripristinare la verità e farla trionfare sulla menzogna, e sui menzogneri, che è compito principale di un giornalista? E’ obiettivo di poco conto quello di un giornalista (nel caso specifico Antonio D’Amore) che critica, polemizza, argomenta, chiede il rendiconto ad un amministratore di come ha speso fondi pubblici per qualche evento e controbatte le eventuali risposte giudicandone non soddisfacenti o basate su dati errati?
2. Può essere ritenuto obiettivo di poco conto quello di un giornalista (sempre Antonio D’Amore) che, avendo scritto un articolo basato su documenti incontrovertibili e pezze di appoggio, anche sonori e tratti da YOU TUBE, e se li vede sottrarre con una richiesta di rimozione che, ottenuta sulla base di un contestato deposito alla SIAE, diventa difatti una censura?
3. Può essere ritenuto obiettivo di poco conto quello di uno storico (locale) (in questo caso io), che, avendo rilevato un’esattezza, si adopera per farla notare e la corregge?
4. Può essere ritenuto obiettivo di poco conto quello di uno studioso di musica popolare (in questo caso ancora io) che fa notare la corruzione di un testo o di una musica popolare tradizionale (abruzzese) e fa di tutto, sulla base di approfonditi studi filologici ed etno-musicali, per cercare di affermare il testo e la musica originali?
5. Può essere ritenuto obiettivo di poco conto quello di un musicista (in questo caso il maestro Enrico Melozzi) che, volendo rilanciare la cultura e la tradizione musicali della propria regione (in questo caso l’Abruzzo con un evento quale la Notte dei Serpenti), ripulisce il campo della musica popolare abruzzese dalla gramigna che l’ha infestato, cioè coloro da quanti hanno ridotto i bei canti tradizionali a canti da osteria e da taverna, alla ricerca di un facile successo, diseducando il pubblico e facendolo innamorare di sguaiate versioni pecorecce in cui primeggia il memorabile “Rosina dammela dammela…”?
6. Può essere ritenuto obiettivo di poco conto quello di un musicista (nel caso sempre il Maestro Enrico Melozzi) che voglia elevare la musica popolare della propria regione portandola ai fasti di Rai 2 e farla conoscere ad apprezzare alle nuove generazioni che non la conoscono mediante una operazione di marketing e di make-up correttivo (nel caso la Notte dei Serpenti) basata su nuove armonizzazioni e sull’uso di un linguaggio musicale più adatto ad essere colto e percepito da chi ascolta e gradisce solo pop e rock ma addirittura solo rap e trap?
7. Può essere ritenuto obiettivo di poco conto quello di un musicista (nel caso sempre il maestro Melozzi) che si erge a paladino dei piccoli gruppi musicali, composti per lo più da persone umili, ingenue al punto da non andare a fare regolari e completi depositi SIAE dei loro brani, ma, magari mettono solo un bollino SIAE, ma datato, sui loro cd e, quindi, si espongono alla furbizia di chi deposita successivamente quegli stessi brani, rivendicandone poi la primogenitura e quindi il copyright, con i guadagni che ne derivano?
8) Può essere ritenuto obiettivo di poco conto quello di ricostruire l’esatta cronologia nella nascita di alcune versioni musicali e, quindi, sostenere nella loro lotta i gruppi che non sono riusciti, a causa della loro debolezza culturale, sociale, economica e legale, a far valere i loro precedenti diritti di autori, editori, promotori, ed esecutori, non godendo dello stesso prestigio nazionale ed internazionale conseguito dal Maestro Melozzi con le sue tante partecipazioni come direttore d’orchestra al Festival di Sanremo, alle sue tante direzioni di concerti di musica classica, con il suo tributo su una rete televisiva nazionale a Lucio Battisti, con la co-fondazione di uno straordinario gruppo come i Cento Cellos) prestigio che gli ha consentito di fronteggiare i presunti detentori di un copyright davvero non meritato ed apparire come un Robin Hood, dal quale si sono visti difesi coloro che hanno subito prepotenze, soprusi, privazioni di serate musicali e covavano una rabbia repressa contro coloro che gliele avevano fatto subire, e si sono visti garantire dal maestro Melozzi un riscatto che non avevano potuto avere?
9) Può essere ritenuto obiettivo di poco conto quello di aver ridato dignità e nuovo fulgore ai canti popolari tradizionali abruzzesi mediante il recupero filologico e musicale basato su studi attenti e meticolosi, che hanno portato anche alla restituzione all’Abruzzo e agli abruzzesi di canti popolari che ci erano stati “sottratti” ed erano stati spacciati per propri, o appartenenti ad altre regioni, da autori e cantanti di livello nazionale (come mostra il furto dei brani “Addìje addìeamore” e “Lu cacciatore Cajetane”?
10. Può essere ritenuto obiettivo di poco conto ricostruire il legame tra la cultura musicale abruzzese e quella napoletana, sempre assai stretto a causa della comune appartenenza ad un Regno durato secoli?
11. Può essere ritenuto obiettivo di poco conto aver ampliato il numero di coloro che sono al corrente che la filastrocca “Cicirenelle” , (già cantata da Giambattista Vico all’ultima sua figlia Teresa mentre la teneva sulle ginocchia, musicata quasi subito e chiamata anche “Tarantella di Posillipo”, eseguita dai maggiori interpreti, anche stranieri, ammirata da Richard Wagner al punto di riportarsi in Germania un posteggiatore napoletano che la cantava, raccontata da Salvatore Di Giacomo parlando in un altro posteggiatore, Antonio o' cecato) non era stata composta dal gruppo che lo faceva credere proprio definendola “originale” quando la cantava in contesti non superiori a quello delle sagre paesane, una delle tante sagre ridicole che si festeggiano un po’ ovunque, senza alcun legame culturale con il territorio, ma solo per vendere due “panine ‘nghe li saggigge” e quattro bottiglie di birra, e passare la serata da avvinazzati ascoltando musica al solo fine di “farsi quattro risate”, come stando a sentire barzellette in una bocciofila?
12. Può essere ritenuto obiettivo di poco conto aver riportato l’attenzione sulla ricerca condotta sul campo da studiosi quasi Maurizio Anselmi e Nicola Jobbi, che hanno percorso la regione ascoltando vecchi che cantavano i loro canti al fine di registrarli e poi riportare le loro voci in un prezioso Archivio sonoro, messo poi in rete?
13. Può essere ritenuto obiettivo di poco conto quello perseguito soprattutto dai collaboratori del Maestro Enrico Melozzi (quorum ego) nel riprendere o continuare i propri studi riguardo ai testi popolari abruzzesi raccolti da grandi studiosi dell’Ottocento quali Gennaro Fimanore e Giuseppe Savini, del Novecento, quali Giuseppe Profeta ed Ernesto Giammarco, e divulgarli sui social nella convinzione che la condivisione culturale sia un bene prezioso?
14. Può essere ritenuto obiettivo di poco conto quello perseguito dagli stessi soggetti di cui al numero precedente nel ripercorre e ricostruire i vari generi della cultura popolare, musicale e non, tra cui la partenza della sposa, il vanto di una madre che vede partire la figlia dalla propria casa e ne rimpiange e ne vanta al tempo stesso le virtù, le dichiarazioni d’amore, tra cui quella fantastica dell’innamorato di “Vola vola vola” (che era stato invitato ad inginocchiarsi prima di “eseguire la condanna” di dare un bacio alla sua amata, come imponeva il gioco per “spegnare un fazzoletto”), dell’innamorato di “Marrocche frusce”, che “scardazzava proprie ‘nnanze a Cuncettine” e vedeva ballare alle orecchie di lei gli orecchini e le fossette?
15. Può essere ritenuto obiettivo di poco conto quello di cogliere i collegamenti tra alcuni canti popolari abruzzesi e altri canti pure diffusesi nelle province meridionali, con infinte variazioni di testi e altrettanto infinite variazioni di arrangiamento musicale, quale il collegamento tra l’abruzzese “La capamarite” e la siciliana “’Mmezze o mare” (citata anche nel film “Il padrino”)?
Ecco, potrei continuare, ma credo che basti.
Per la “Cicerenelle” rimando al mio studio, credo assai approfondito. LEGGI QUI e LEGGI ANCHE QUI
Concludo invitando quanti ritengono che ci sia stata solo una “ridicola lite” che si doveva concludere con una “stretta di mano”, perché perpetuarla abbassava il livello dei “professionisti” a quello degli interpreti di sguaiate canzonacce da taverna in sagre di paese, tra consumo di noccioline, “panine ‘nghe li saggicce” e canzoni scollacciate ascoltate solo “per farsi quattro risate”, che si è trattato di ben altro, come i 15 obiettivi da me segnalati dovrebbero evidenziare adeguatamente, consentendo quindi a tutti di guardare ben più al di là del proprio naso.
Non ci siamo abbassati noi, solo loro che devono sollevarsi.
ELSO SIMONE SERPENTINI