Come promesso ieri, ricostruiamo il percorso che portò “Cicerenella” ad essere, da filastrocca per bambini qual era, a canzonaccia da taverna e da angiporto, piena di pesanti doppi sensi ad espressioni ed immagine “pecorecce”, capaci non di intenerire, ma di divertire con le proprie sguaiatezze nelle sagre di paese. Tra le mani del Dr. Sergio De Carolis, direttore del coro di Bisenti e per alcuni anni consulente del gruppo “Bifolk” di Cermignano, capitò per caso un libercolo contenente sia canti religiosi che canti goliardici, diffuso dal prof. Delli Compagni, che aveva insegnato dalle parti di Cellino/Cermignano. Il canto era diffusissimo nelle campagne e forse il professore, da letterato qual era, aveva trascritto su alcune pagine le parole (la stessa operazione era stata fatta nella zona di Montefino-Bisenti con il "Verbum Caro" di don Antonio Basilicati di Bacucco, trascritto dal maestro Pompei, le cui copie si erano diffuse ovunque). Si trattò in entrambi i casi di una modalità di trasmissione scritta di una tradizione orale! Cantata dal gruppo “Bifolk” di Cermignano, con “le ‘ntacche, le ‘ntaccarèlle” e altre sconcezze (come “lu spose” che baciava “la rose” a Cicirenella) il dott. De Carolis aggiunse, e fu il primo, il famoso (allora no, ma lo sarebbe diventato”, “Che teneva? Che teneva?”. Questo per sua esplicita dichiarazione a Gabriella Serafini (“Io ho inserito solo il tormentone: che teneva che teneva! Mi capisci? E la canzone l’ho proposta al gruppo dei Bifolk che già da anni cantava questo tipo di repertorio!”)
Il Dr. De Carolis rimaneggiata la linea melodica inserito il tormentone “Che teneva? Che teneva?”, si recò presso una sala di incisione e procedette tecnicamente a lasciare traccia dell’esecuzione, una versione goliardica e spinta, che si allontanava enormemente dalle filastrocche cantate dalle nonne (e ancor prima da Giambattista Vico) per addormentare i bambini.
Alcuni giovani, sempre nella zona di Cellino Attanasio e Bisenti, cominciarono a girare per i borghi e le campagne cantandola, tra essi Dora D’Alelio a Bisenti, Venturino Grossi nella contrada Flariani di Montefino (ch e il nipote ricorda come Ventore), Federico Del Papa di Valviano. Alcuni giovani intraprendenti, Vincenzo Cori e Federico Del Papa, la ripresero, la cantarono e la inserirono nel primo cd del loro gruppo, “Eco fra i torrioni”, intitolato “Ggente de… ôme dice” con diversi canti raccolti nelle campagne. Il sesto diundici era “Cicirenella teneva teneva. Ingenui come erano, si limitarono ad ottenere e ad applicare sul cd un bollino Siae, che tuttavia ne certifica l’anno di uscita, il 2010. Ancora meglio lo certifica la fattura emessa nel marzo 2010 dallo studio dove vennero realizzate le registrazioni e i mixaggi, lo studio NOSELAB di Sergio Pomante a Giulianova. Nella loro ingenuità i giovani del gruppo “Eco fra i torrioni” non effettuarono un vero e proprio deposito alla Siae della loro versione, che poco meno di un anno dopo, il 1° aprile 2011, venne depositata dai Tequila e Montepulciano, a loro nome, come “elaborazione di opera di dominio pubblico”.
Il deposito venne effettuato sulla base del riconoscimento di due “quid innovativi”, il “che teneva che tenev” e “l’olè olà”, che innovativi non lo erano, perché già contenuti del primo cd del gruppo “Eco fra i torrioni”, intitolato “Ggente de… ôme dice”. Il gruppo nel 2012 realizzò un altro cd, intitolato “La useme de la Piomme”, in cui inserì, sempre come traccia n. 6 di 11, la propria versione di “Cicerenella”. Quella stessa versione portò i Tequila e Montepulciano ad un grande successo popolare, ad un grande successo commerciale e a consistenti introiti Siae, che, uniti ai ricavi di fonte diversa, hanno determinato nel tempo probabilmente il conseguimento di svariate centinaia di migliaia di euro.
Quella stessa versione è stata poi incisa da altri interpreti, Roppoppò il cantastorie nel 2013, e in seguito Gigione e altri, senza che mai i Tequila sollevassero rivendicazione di copyright. Per la prima volta lo hanno sollevato (secondo me per risentimento, per aver rifiutato la prima proposta di partecipazione alla prima edizione della Notte dei Serpenti fatta ad una loro voce femminile e per il rifiuto opposto alla loro richiesta di partecipazione alla seconda edizione, avanzata dopo aver constatato il successo della prima edizione) avverso la versione della Notte dei Serpenti, che non ha nulla in comune con la loro, basata su un nuovo testo, su una diversa armonizzazione, una versione priva del tormentone “Che teneva? Che teneva?”, che è stato inserito solo dal pubblico presente al concerto allo Stadio del Mare di Pescara la sera del 20 luglio 2024.
Accolta la loro richiesta di rimozione dell’interno concerto, per la sola presenza di un brano di poco più di due minuti, gli stessi Tequila hanno poi fatto un passo indietro, togliendo il blocco (forse consigliato da un loro avvocato, forse accortisi di aver fatto un grande errore, forse sommersi dalla commiserazione e dallo sdegno generali) ancor prima del scadenza del termine ultimo della controversia su You Tube.
2/fine
ELSO SIMONE SERPENTINI