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YellowserI protagonisti dell’ultimo “giallo teramano” di Elso Simone Serpentini, il 45° della sua fortunata collana (“Lambrasca e Muso di porco”, Artemia Nova Editrice) sono due personaggi che fecero parlare molto di sé e furono molto temuti sul finire dell’ultima guerra mondiale e negli anni immediatamente successivi.
Il nome di “Lambrasca” fu per anni un incubo e una leggenda per quanti risiedevano nel triangolo Arsita-Bisenti-Castelli e la sua latitanza faceva paura a molti. Non tutti conoscevano il suo vero nome, Donato Monaco, ma tutti sapevano che era stato arrestato per avere commesso l’omicidio di una donna, il 25 gennaio 1944, che era evaso dal carcere di Teramo, riarrestato era stato trasferito al carcere di Firenze e a metà agosto era tornato libero, all’abbandono della città da parte dei tedeschi, a metà agosto 1944, fino al giorno della sua ultima cattura, il 23 aprile 1949. Durante la sua lunga latitanza venne ricercato vanamente da polizia e carabinieri, diventato imprendibile uccello di bosco, temuto quanto più veniva a volte avvistato.
Libero Viennese, detto “Muso di porco”, non era meno temuto di Lambrasca, ed era altrettanto imprendibile, specie dopo avere ucciso un carabiniere sulla piazza di Bisenti la sera del 28 luglio 1945. Catturato il 26 agosto 1945, venne processato, insieme con alcuni coimputati, e “Lambrasca” fu giudicato contumace, fino a quando non venne catturato anche lui, tradito da un guardiacaccia che gli si diceva amico. La vicenda processuale, che si concluse solo nel 1953, ebbe un seguito in Cassazione, la cui ultima pronuncia ci fu il 9 ottobre 1962, ma “Lambrasca”, sulla base di una serie di atti notori e di testimonianze, presentò diverse istanze, tese a dimostrare la sua partecipazione alla lotta partigiana e ad ottenere così uno sconto di pena. Uscito dal carcere alla fine del 1965, visse insieme con la sua famiglia a Cunardo, in provincia di Varese, fino alla sua morte, sopraggiunta a 73 anni di età il 1° aprile 1982.
Serpentini, come in tutti i libri della collana, si basa sui documenti processuali, ma in quest’ultimo giallo si è anche avvalso di una video-intervista alla prima figlia di Donato Monaco, detto “Lambrasca”, Maria, ancora in vita, 93enne. Ancora assai lucida e sveglia, Maria parla del padre con grande amorevolezza e con ricchezza di ricordi personali, contribuisce ad una ricostruzione più precisa della figura del padre. Questa nel libro di Serpentini viene presentata nella sua vera luce e nella sua umanità, che emerge dopo aver sfrondato ed eliminato tutti gli aspetti leggendari, inverosimili e falsi che nell’immediatezza dei fatti la cronaca giornalistica accreditò troppo frettolosamente.
Il libro di Serpentini verrà presentato a Teramo, nella corte interna delle Biblioteca “Delfico” giovedì 19 settembre 2024, alle ore 18. Modererà Daniela Di Ferdinando, interverranno sia l’autore che Fabio Carlini, uno scrittore nativo di Castelli che nelle sue opere e nei suoi racconti ha rivolto la sua attenzione a fatti avvenuti nello stesso territorio nel quale si svolgono le vicende narrate dal giallo di Serpentini. Quest’ultimo per l’occasione ha scritto un testo dialettale “La ballate de Lambrasche”, musicata da Franco Palumbo, in arte “Roppoppò il cantastorie”, il quale eseguirà il brano musicale, una saltarella, durante la presentazione teramana, che sarà seguita da un’altra presentazione a Castelli, nella sede del CAI, sabato 28 settembre 2024, alle ore 18, con analoghe modalità e con la partecipazione degli stessi protagonisti.