Tanto per cominciare, non chiamiamola più transazione, perché - secondo l’ufficio legale del Comune - non é una transazione, ma una “cessazione anticipata per mutuo dissenso”. E non é un cavillo giuridico, ma un dettaglio fondamentale, perché in una transazione si fanno reciproche concessioni, mentre in questo caso il rapporto si chiude e ne nascono di nuovi. Con nuovi contratti e nuovi impegni economici… e siccome una delle due parti è pubblica, e cioè il Comune di Teramo, la prima domanda che ci si deve porre, prima ancora di affrontare tutto il discorso “sportivo”, é quello del vantaggio economico.
Per essere più chiari: chi ci guadagna?
A chi conviene questo “mutuo dissenso”?
Domanda delle domande, visto che in questi mesi si è detto e sentito di tutto.
Anche a sproposito.
La risposta è nella documentazione che, ieri, dopo la capogruppo che ha fissato il Consiglip al 30, é stata inviata a tutti i consiglieri.
Una risposta che troviamo nella relazione della K&L Gates, lo studio di consulenza al quale si è appoggiato il Comune, che scrive: “…si ritiene possa ravvedersi l’opportunità, per l’Amministrazione Comunale, di sottoscrivere l’Accordo”.
E rivediamolo dunque l’accordo di cessazione per “mutuo dissenso”.
Il Comune dovrà versare alla Soleia, attuale gestore, un indennizzo complessivamente pari a € 4.350.000 euro iva esente.
Questa somma verrà così divisa: 2 milioni entro 30 giorni dalla ratifica in Consiglio, quindi entro ottobre, e 2.350.000 in 10 rate annuali di 304.335 euro, dal maggio del 2025 al maggio del 2034.
In realtà, questi soldi il Comune non li pagherà, perché la Soleia, sulla base dell’accordo, prende in affitto le aree commerciali ancora inutilizzate dello Stadio, e pagherà anche per lo svolgimento di eventi non sportivi, dal 15 giugno al 31 agosto di ciascun anno di efficacia del contratto di locazione.
Ve lo dico coi numeri, così come lo scrivono negli atti ufficiali: “…il Comune avrà una previsione di entrata complessiva annua, a decorrere dal 2025, pari a 414.483,00 euro, di cui 263.000 derivanti dall’affitto delle aree commerciali ancora grezze e 151.483 derivanti dai contratti di affitto attivo già stipulati (Decathlon, Linkem, Inwit, Iliad, Vodafone) ai quali il Comune subentrerà al momento della risoluzione della Concessione; inoltre, le entrate verranno incrementate di 77.000 euro annui per la gestione estiva dell’impianto, per concerti ed eventi non sportivi”
Per essere ancora più chiari: il Comune dovrà dare a Soleia 304.335 euro l’anno, ma incasserà 491mila euro l’anno.
In dieci anni, fanno 5 milioni di spese per il Comune (interessi compresi) e 4,9 milioni di incassi (escluse le pubblicità dei cartelloni).
“… In definitiva, quindi, l’integrale restituzione dell’indennizzo dovuto a Soleia risulterebbe per le finanze comunali del tutto neutra - scrive K&L Gates - …e il Comune avrà la possibilità di riacquisire immediatamente la disponibilità e la possibilità di gestire l’impianto sportivo …”.
insomma, alla fine il Comune ci guadagna.
Tutto bene, dunque?
Tutto chiaro?
Quasi, perché in tutta questa vicenda, c’é un “rischio” del quale nessuno parla mai, anzi: nessuno vuole parlare mai, perché sarebbe un clamoroso passo falso per il Comune.
Per la gestione della parte sportiva, infatti, si dovrà bandire una nuova gara.
Ecco, il rischio é proprio lì, in quella gara.
É un rischio che espone, con lucida chiarezza, il responsabile unico del provvedimento, l’ingegner Remo Bernardi del Comune di Teramo, che nella sua “relazione del Rup” scrive: “Qualora tale procedura dovesse andare deserta, resteranno a carico dell’Ente la gestione, manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto con conseguenti oneri a carico del bilancio”.
E se alla fine di tutto questo ambaradan, ci ritrovassimo senza un gestore “sportivo” dello Stadio, con tutti i costi a carico del Comune… ?
E quindi, di conseguenza, con la necessità di coprire quei costi, caricandoli su chi chiede di usare lo Stadio?
Quella sì che serebbe epocale.
La figuraccia.
QUI LE INTERVISTE RILASCIATE IERI POMERIGGIO DOPO LA CAPIGRUPPO, PER LA CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO DEL 30 SETTEMBRE