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"Il Campetto resiste, le idee non si sgomberano", sono solo alcuni degli striscioni messi in mostra a Giulianova dai ragazzi di "Campetto Occupato", presenti all'appello poco più di un centinaio di persone. E' partito oggi pomeriggio con un'ora di ritardo rispetto all'annuncio, il corteo di protesta contro lo sgombero dell'area dell'ex depuratore, sede ufficiale del gruppo. Il corteo è stato preceduto da una  azione di protesta: alcuni esponenti del gruppo, nella serata di ieri l'altro, hanno depositato davanti alla sede del Comune, lungo Corso Garibaldi, calcinacci e altro materiale di risulta dall'abbattimento della ex casa del custode del depuratore. Il tutto è stato accompagnato dall'accensione di alcuni fumogeni e dall'apposizione di un cartello con la scritta: "Fanno il deserto e lo chiamano pace".
Sul sito del gruppo è stato inoltre precisato: "Oggi siamo andati in Comune a portare un po' delle macerie causate dalla loro repressione. Macerie dannose anche per la salute, dopo la devastazione che hanno fatto al Campetto". I tre ragazzi, come si evince dal loro stesso video, sono sbucati dalla stradina che immette all'Istituto Castorani, entrando poi sul Corso e raggiungendo il portone della sede municipale. Indossavano delle tute con il simbolo dei prodotti radioattivi sul retro, probabilmente in riferimento all'amianto che sarebbe stato "sbriciolato" durante l'abbattimento della casa, e avevano il volto coperto. Alcuni passanti hanno dato l'allarme, e la giunta ha deliberato d'urgenza l'incarico a una ditta privata per la rimozione del materiale. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri e la Polizia.
 
 
Il corteo è partito da Piazza Buozzi. Campetto Occupato ha contestato il percorso imposto dalla Questura, che vieta il passaggio davanti alla casa del sindaco Jwan Costantini in Corso Nazario Sauro e lungo Via Annunziata, dove si trova l'abitazione dell'assessore ai Lavori Pubblici, Matteo Francioni, già oggetto di contestazioni in passato con l'esposizione di uno striscione davanti casa.Screenshot_2024-09-28_alle_16.35.26.png
In un documento, il gruppo afferma: «Tra le assurde prescrizioni della Questura per il corteo, in cui veniamo descritti come degli assatanati che mettono in pericolo il pomeriggio delle famiglie, c'è scritto a chiare lettere che non si può passare nella piazza del centro perché ci abita il sindaco. In quella piazza ci siamo tutti i giorni, tutte le volte che vogliamo, privatamente o pubblicamente, e soprattutto senza chiedere il permesso a nessuno, come avvenuto il giorno dello sgombero e nei giorni seguenti con presidi e cortei». Si aggiunge comunque che «non cadremo nelle loro provocazioni e porteremo avanti la nostra giornata come l'abbiamo pensata, anche se dovremo passare una via prima. Ma questa ennesima provocazione è la riprova del clima che qualcuno in città ha costruito in questi anni». Il corteo partito da Piazza Buozzi, è proseguito lungo Via Piave, Via Matteotti, un tratto di Nazionale fino a Via Thaon de Revel, Lungomare centrale, Lungomare Spalato, per concludersi al campo di gioco riportato in vita nel quartiere Annunziata. Tutto è andato bene grazie al servizio d'ordine coordinato dalla Questura di Teramo.
 
Si ringrazia per la collaborazione Radio Azzurra