La famiglia di Giorgio Lanciotti ha presentato ai carabinieri di Roseto denuncia di scomparsa del figlio. In questa maniera a coordinare le indagini sarà la Prefettura di Teramo, che potrà avvalersi di esperti del soccorso in quota, per trovare risposte alle domande sollevate dai genitori, che da oltre una settimana aspettano di sapere che fine abbia fatto il loro figlio scomparso sabato scorso, dopo essere salito in vetta. La denuncia ha permesso l'attivazione del protocollo "Ricerca Scomparsi (Ri.Sc.)" da parte della prefettura di Teramo, che ora si occuperà di monitorare costantemente le operazioni di ricerca e di analizzare nel dettaglio tutte le informazioni raccolte dai soccorritori fino a questo momento. È probabile che, come accaduto in casi analoghi, venga presto allestito un presidio permanente nel piazzale del parcheggio dei Prati di Tivo, da cui coordinare tutte le attività.
Oggi le ricerche sono andate avanti con difficoltà a causa delle condizioni meteo particolarmente difficoltose. I vigili del fuoco continuano a battere la zona senza sosta, anche se l'Ansa ha diffuso la notizia che le ricerche erano state sospese, come evidenziato dal Soccorso Alpino in una nota ai giornalisti, dove si leggeva stamattina: "Sul Gran Sasso le attuali condizioni meteo non consentono operazioni di ricerca, a causa della scarsa visibilità".
Lanciotti è scomparso lo scorso 21 settembre, dopo aver parcheggiato l’auto nella zona di Cima Alta, a circa 1.600 metri di quota nei pressi di un camping, si era incamminato verso la cima orientale del Gran Sasso, passando per il rifugio Franchetti. A lanciare l’allarme erano stati i familiari dell’uomo dopo avere constatato il giorno dopo che non era rientrato a casa.
Domattina è previsto buon tempo e si cercherà di tornare in quota con gli elicotteri dei vigili del fuoco e del 118 e con i droni a partire dalle 8.