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stadiobonolis teramoQuella che ha concretizzato la giornata “storica” del ritorno del Bonilis alla gestione diretta del Comune, è stata una votazione… senza storia. E’ andato tutto, infatti, esattamente come era previsto, con le opposizioni che, richiamando tutto il percorso critico seguito fino ad oggi, e in particolare la mancanza di documenti decisivi per la formazione di una decisione sul voto, ha poi deciso di votare contro  e la maggioranza, che - escluso Lancione - ha votato a favore.
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Alla presenza di una nutrita rappresentanza di oltre cento rappresentanti della tifoseria (foto sopra) e di parte della squadra, guidata dal presidente Di Antonio (foto sotto), il Consiglio si è aperto alle proprio col punto dedicato all’approvazione della transazione tra Comune e Soleia.
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Appello alle 15,20, assenti i consiglieri Tiberii (FdI), Carginari e Papa (Insieme Possiamo), Di Giandomenico (In Comune per Te). L’assessora Ferri ripercorre tutta la storia della transazione, riprecisando le cifre e i rischi del mancato accordo, sia in termini economici sia gestionali.
Se quello dell’assessora è stato un intervento cronologico e tecnico, quello del Sindaco che la segue, è un intervento “politico”
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D’Alberto definisce “storica” la giornata, poi spiega perché “abbiamo deciso di trattare” per “restituire la gestione dello Stadio, al Comune che non l’ha mai gestito”. Si tratta, sottolinea D’Alberto, di “…un’occasione non ripetibile…”, che risolve il problema, ma evitando il rischio di un arbitrato da 9 milioni. “Oggi noi governiamo il processo della soluzione di questo problema … non lo subiamo”, sottolinea il Sindaco, e poi ricorda “la stessa atmosfera, vissuta al passaggio della TeAm tutta pubblica”. 
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Alle 15,56 si apre la discussione. Comincia Rabbuffo (Lega). Contesta la mancata partecipazione e la mancata diffusione dei documenti.  Ripercorre le fasi di costruzione dello stadio e del centro commerciale, i tempi dell’arbitrato, le richieste del nuovo Pef, criticando quella che - a suo dire - é stata una sequela di pretese onerose. “Perché non siamo entrati nel possesso al momento dell’uscita di Cantagalli ? - chiede Rabbuffo - ci sarebbe costato tre milioni … non sei”. Rabbuffo elenca tutto quello che si sarebbe potuto fare… e non si è fatto, negli anni. Rabbuffo contesta infine il fatto che l’attuale gestore, la Soleia, non uscirà dallo Stadio, ma resterà: “Noi non togliamo Soleia… ma togliamo i problemi a Soleia”.
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Prende poi la parola Antonetti (Amo Teramo) che precisa di essere presente solo per rispetto istituzionale, poi attacca il Sindaco sulla definizione di “epocale” di questa giornata. “É vero, questa è una giornata epocale - accusa - perché rende storico il vostro modo di amministrare e di mancare di rispetto alla città e ai consiglieri… non rispettando la verità”. Antonetti definisce una “bufala” l’accordo “neutro”, perché i debiti sono certi e i crediti sono incerti. “L’avvocato del Comune ha considerato inammissibile l’arbitrato, anzi definisce inadempiente Soleia… noi avremmo potuto chiudere l’arbitrato con molti minori costi”. “Se avessimo dato 180 mila euro l’anno a Iachini per far giocare il Teramo - conclude Antonetti - avremmo speso 1,8 milioni in dieci anni… non cinque”.
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Alessio Di Egidio (Azione), critica le parole del Sindaco, che nell’intervista ad un foglio abruzzese, ha detto che alla Minoranza “…é stato dato più del dovuto…”. Un passaggio che Di  Egidio contesta duramente, così come contesta tutta la gestione della vicenda, riprendendo il parere dello studio legale milanese, che smentisce le rivendicazioni della Soleia, e che farebbe ipotizzare la possibilità di non soccombere nell’arbitrato. “Da domani - chiude Di Egidio - pagheremo 170mila euro a Soleia, lei Signor Sindaco ha spiegato che il Teramo per giocare dovrà pagarli?”
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Primo della Maggioranza a parlare, è Luca Malavolta (Insieme Possiamo), che ricorda i passaggi della gestione dello Soleia, con il diritto al riequilibrio, e ricorda poi l’iter di costruzione dello Stadio, coi costi di ammortamento, definendo poi la creazione di quello squilibrio che deve essere compensato. 
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Martina Maranella (PD) interviene sul “rischio Corte dei Conti”, sottolineando il valore del lavoro preparatorio fatto dal Comune, e la necessità di un atto che sottintende un valore sociale, come quello dello Sport. “Oggi siamo tutti coinvolti nello scrivere una pagina storica”.  Con una “rivelazione” a sorpresa, Maranella poi smentisce la sua stessa Maggioranza, dicendo che non è un’operazione neutra, ma che anzi esistono rischi che si devono evitare accantonando somme.
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Si torna alla Minoranza, con Fracassa che attacca sulla “responsabilità”, ripartendo dal Pef mai votato nel 2021. “Avremmo risolto tutto, affrontando quello e seguendo le indicazioni dell’avvocatura del Comune, spendendo molto meno… ma non si fece… e dopo tre anni e tre mesi… votiamo una transazione da 5 milioni… che Iachini ha potuto chiedere perché non abbiamo mai affrontato il Pef”. Poi, Fracassa punta l’indice sulla locazione degli spazi commerciali a Iachini, qche sarà molto più lunga… arrivando a 18 anni. E poi la transazione… “firmata prima di essere approvata”. E poi chiede “Se diamo 170mila euro a Iachini, quanto dobbiamo chiedere al Teramo?”.
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Luca Pilotti (PD) itervjene precisando dettagli tecnici già precisati. Ironizza sulla preoccupazione della Minoranza per l’intervento della Corte dei Conti, e poi pone una domanda alla stessa minoranza: “il problema dello stadio e della Teramo Calcio esiste da sempre, secondo voi questa convenzione sia da cambiare?”. Persi gli  8 minuti dell’intervento di Pilotti, si va avanti. 
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Niki Bartolini (Teramo sul serio), dopo aver rinnovato ai consiglieri il rischio della Corte dei Conti, e degli eventuali risarcimenti, ripercorre le fasi della convenzione con la Soleia, subentrata “in pieno Covid”, perché “era consapevole delle lacune della stessa convenzione”. Secondo Bartolini, questo è un provvedimento “devastante” per le casse comunali, che ci si chiede di votare senso aver avuto modo di analizzare la gran mole di documenti relativi. Poi, Bartolini snocciola i conti di questa transazione, a partire dall’Iva, che si poteva chiedere all’Agenzia delle entrate, ma si è preferito un tecnico esterno. Poi: “il Comune subentra nei contratti di locazione, assumendosi il rischio di impresa… ma senza la certezza degli incassi”. Alla resa dei conti, questa transazione secondo Bartolini costerà 6 milioni,
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In risposta, irrompe Varani (Bella Teramo), che rievoca i fatti pre - 2018, citando fatti assolutamente scollegati dalla discussione attuale, cercando poi di mettere insieme qualche concetto e spiegando che “voteremo convintamente”
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Calandrini  (M5S) con un tono parrocchiale, cerca di dare un senso alla sua presenza rifacendo da capo la storia già ripetuta da tutti mille volte. Poi accusa la Minoranza di dietrologia, e sottolinea il valore dello sport. Cerca di attirare la simpatia dei tifosi invocando il “riscatto” poi s’infila in un ginepraio scomposto di considerazioni anche lette male… 
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Maria Cristina Marroni non critica l’operazione "rischiosissima per il Comune", perché “lo stadio deve tornare al Comune”, ma critica i modi e le somme, ricordando - anche in risposta a Pilotti - che si poteva risolvere la convenzione pagando poco più di 1,7 milioni e non i 5,4 attualmente concordati. “Ovvero 3,6 milioni in più a Soleia, con la certezza del debito e non del corrispettivo della Soleia”. Marroni contesta l’accordo, il rischio del danno erariale e anche il tasso di interesse “Ci siamo calati le mutande davanti al privato, cedendo a tutte le sue richieste”. Poi, solleva dubbi anche sulla futura gara, che non offre certezze al fatto che il Teramo potrà giocare in quell’impianto. 
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Caterina Provvisiero (Forza Italia) “questa è una decisione presa per disperazione, non per programmazione… che avremmo potuto prendere spendendo meno e facendolo in un modo del tutto diverso”. Secondo la consigliera, altri erano i problemi che la città avrebbe dovuto finanziare, lavorando meglio e con altri tempi per risolvere il problema dello stadio”.
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Lanfranco Lancione (insieme possiamo) “ero entrato convinto di non votare, ma ci sto ripensando, visti i ragionamenti dell’opposizione, e considero una botta di culo il fatto che né la Marroni, né Antonetti siano diventati sindaco…”. Poi Lancione accusa la Minoranza di Centrodestra, di non aver gestito bene gli impianti sportivi, e poi sottolinea che “questo stadio è troppo grande e troppo costoso per la serie D”. Nel dettaglio della transazione, Lancione poi evidenzia le criticità degli “equilibri” tra dare e avere, così come “…la mancanza dei vincoli alla sistemazione dei locali grezzi, e anche il fatto che l’operazione sia neutra solo se Soleia adempie, altrimenti non è neutra per niente…. e poi, se volessimo prendere la convenzione alla lettera, dopo 10 anni Soleia si ritroverebbe senza niente in mano… Iachini sarebbe un benefattore… e io non credo ai benefattori”. Politicamente “pensante” la chiusura “In questi anni ho ingoiato tanti rospi e votato di tutto, anche facendo finta di non vedere tante cose… ma questa no, stavolta non posso votare” 
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Laura Angeloni (Futuro In): “Voglio solo sottolineare il fatto che stiamo spendendo milioni di euro, dei cittadini teramani, solo per consentire al Teramo di giocare a Piano d’Accio… il calcio non è la priorità di questa città, sono altri i problemi”. Poi, la consigliera chiede che fine abbia fatto l’annunciato progetto sul vecchio stadio.Stacon3
Mario Cozzi: “Chapeau a Lancione… per il coraggio del suo intervento… propongo di annullare il Consiglio e andare alla revoca della convenzione tutti insieme”.

Stacon4Andrea Core: “grande è la confusione sotto il cielo, in un consiglio diventato aula di tribunale e poi aula magna per lezioni magistrali di economia… oggi si vota la soluzione di un problema, e sorprende il ricordo sbagliato di parte della minoranza, che quella convenzione la firmó … oggi non si parla del Pef, perché trovammo il coraggio di dire no, evitando di ritrovarci con una convenzione dilatata fino al 2060… noi oggi ci riprendiamo lo stadio e ripensiamo la convenzione, anche tutelando il valore sociale dello sport e la squadra della città”.  Core invita al “patto sociale”, il Comune ha fatto il suo, ma tutti devono fare il loro per fare in modo che il Teramo torni a giocare al Bonolis, ognuno per la sua parte. 
Chiusi gli interventi, si passa ai tecnici che spiegano i vari aspetti, dall’avvocato al Rup, si scivola verso la sonnolenza mentre parla l’avvocato milanese, ma alla vista del banco della maggioranza vuoto, Rabbuffo chiede il numero legale, e nasce un violento battibecco tra lo stesso Rabbuffo e il presidente Melarangelo. 

 
La Maggioranza rientra di corsa.
E si va avanti 
Dopo i tecnici, il Sindaco replica ad alcuni passaggi, strappando anche un applauso della platea, poi finalmente si vota, non senza privare la già provata assemblea (pubblico compreso), di una perla di inutilità di Michele Raiola, che con toni e pose da attegionismo da social, riesce a parlare cinque minuti senza dire niente. 
Sono le 
17 voti favorevoli
11 voti contrari.
1 astenuto (Lancione)
Il Bonolis è tornato al Comune.
I tifosi applaudono e poi escono, con i cori all'esterno

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