Negata ad alcuni giornalisti e cittadini la possibilità di effettuare foto e riprese durante il Consiglio Comunale di Teramo. Ricordando una diversa interpretazione del Garante Privacy sull'argomento, a fine seduta il consigliere d'opposizione Gianluca Pomante ha suggerito all'Amministrazione di valutare bene la situazione. E scrive in una nota, citando la newsletter del Garante Privacy, 11-17 marzo 2002: "Le sedute del Consiglio Comunale sono pubbliche e possono essere liberamente riprese e diffuse in ossequio ai principi costituzionali di libertà d'informazione e comunicazione, senza consenso degli interessati, salvo limitazioni imposte da esigenze di riservatezza riguardanti dati sensibili e giudiziari". Insomma, per Pomante, la "cacciata" dall'assise di fotografo e operatore di Vera TV, va qualificato come "un pasticcio, generato probabilmente da un errore di valutazione. Poichè le sedute sono già assicurate da un'emittente televisiva, dietro pagamento, si è ritenuto non corretto consentire ad altri le riprese". Pomante e la minoranza hanno fatto notare "che l'assunto avrebbe un senso se fosse l'emittente a pagare il Comune, non il contrario, avendo tale appalto lo scopo di garantire la pubblicità delle sedute. Ben venga, quindi, la maggiore diffusione garantita dalle altre emittenti e dai giornalisti". E infine, Pomante cita "l'art. 21 della Costituzione, tutelando il diritto d'informazione, potrebbe essere disatteso solo per esigenze di riservatezza di pari rango, quali potrebbero essere, per l'appunto, argomenti attinenti i dati sensibili o giudiziari di alcuni soggetti coinvolti o esigenze di ordine pubblico e sicurezza".