Milioni di arretrato: Strada dei parchi deve risarcire la Cosap alla Provincia.Di Sabatino: "Se ci abbassano i pedaggi, si tratta..."
La Corte d’Appello dell’Aquila ha rigettato l’impugnazione presentata dalla società Strada dei Parchi spa. Si tratta della prima sentenza pronunciata in secondo grado da una Corte d'appello in ordine alla questione della assoggettabilità al canone Cosap delle società private che gestiscono concessioni autostradali e che con i loro viadotti occupano lo spazio sovrastante le strade provinciali o comunali. Con una decisione destinata a fare giurisprudenza viene ribadita la non applicabilità della esenzione alle società concessionarie delle reti autostradali altrimenti prevista per le "occupazioni effettuate dallo Stato".I giudici definiscono " abusiva" l'occupazione perché Strada dei Parchi non ha mai chiesto alla Provincia il rilascio della concessione per l’occupazione degli spazi sovrastanti le strade provinciali, “occupati”, per l’appunto, dai viadotti autostradali.I principi giurisprudenziali affermati dalla Corte de L'Aquila risulteranno utili anche ai fini della definizione delle ulteriori e analoghe cause tuttora pendenti in sede di appello ed instaurate, oltre che dalla società Strada dei parchi, anche dalla società Autostrade per l'Italia.Da un punto di vista strettamente economico, i canoni annuali a carico delle due società autostradali ammontano a circa 200 mila euro e sono stati stati richiesti a far data dal 2007 per un importo complessivo che insieme alle sanzioni ammonta a 3 milioni e 200 mila euro.Una parte di questi canoni sono già stati versati da una delle due concessionarie, la Società Autostrade Spa, mentre Strada Dei Parchi, fino ad oggi, non ha versato nulla.La Provincia, rappresentata dall’avvocato interno Antonio Zecchino, aveva già vinto i primi gradi di giudizio: le sentenze emesse dal Tribunale di Teramo avevano sancito che le società autostradali pur risultando concessionari della gestione delle autostrade, non avevano diritto all’esenzione prevista “per le occupazioni effettuate dallo Stato”, in quanto società private “che hanno quale proprio interesse il conseguimento di un corrispettivo (il pedaggio autostradale, appunto), al quale corrispondono il rischio di impresa e i relativi costi di gestione”.“Come non essere soddisfatti per una sentenza che ristabilisce un principio di equità – commenta il presidente Renzo Di Sabatino che lancia una provocazione – possiamo sederci con le società autostradali e trattare sul dovuto se queste rivedono i canoni dei pedaggi autostradali considerando che quelli praticati da Strada Dei Parchi sulla A/24 sono fra i più cari d’Italia”.