Tutto comincia quando, nel corso di un’inchiesta penale sulla realizzazione di lavori strutturali, eseguiti sull'edificio sede del Liceo Classico e Convitto Nazionale "Melchiorre Delfico", ma senza l’abilitazione da parte del Servizio del Genio Civile di Teramo, il sostituto procuratore Rosati, conferisce all'architetta Caterina Di Paolo, del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per il Lazio, l'Abruzzo e la Sardegna, l'incarico di eseguire, «…anche avvalendosi di case produttrici e laboratori di verifica tecnica dei materiali, nonché di ditte specializzate ed eseguendo prove tecniche, la valutazione di sicurezza …al fine di stabilire se il fabbricato può resistere alle azioni sismiche con un livello di sicurezza minimo richiesto dalla norma».
Il procedimento sull’abilitazione del Genio Civile, poi, sarebbe stato archiviato a giugno su richiesta del PM, mentre quello nato come “costola” del primo é andato avanti, arrivando al sequestro di oggi. Un sequestro che, inoltre, é stato poi adottato nonostante un primo rifiuto da parte del Gip, a seguito di un appello del pm.
Le motivazioni sono approfonditamente tecniche, e muovono di fatto dalla contestazione di una serie di atti del 2016 messi a confronto con le valutazioni del 2024, così come messe nero su bianco dal Comitato Tecnico Amministrativo del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per il Lazio, l'Abruzzo e la Sardegna.
Il 2 settembre 2024, infatti, il Comitato ha acquisito la documentazione tecnica sulla verifica di vulnerabilità sismica dell'edificio, già oggetto di due studi di vulnerabilità effettuati rispettivamente nel 2016 e nel 2019 (quest'ultimo avente a oggetto esclusivamente l'analisi statica).
Sulla base di quella documentazione, il 5 settembre 2024, il Comitato Tecnico Amministrativo ha rilevato che ”…dalla verifica della completezza e della correttezza dell'analisi di vulnerabilità emergono numerose criticità, sulla base delle quali non era possibile ritenere condivisibile il livello di sicurezza sismico già valutato”.
In particolare: il livello di sicurezza sismico stimato per l'edificio risultava pari al 46% e, quindi, inferiore rispetto al limite del 60% previsto per gli edifici a uso scolastico. Inoltre, sarebbero venute alla luce numerose criticità, sulla base delle quali non era possibile ritenere affidabile il livello di sicurezza dell'edificio nei confronti dei carichi verticali (in condizioni non sismiche). E proprio in virtù del livello di sicurezza stimato nei confronti dei carichi verticali a fronte dell'importanza dell'edificio, secondo il Comitato «…è necessario adottare provvedimenti restrittivi dell'uso della costruzione e/o procedere ad interventi di miglioramento o adeguamento nel caso in cui non siano soddisfatte le verifiche relative alle azioni controllate dall'uomo, ossia prevalentemente ai carichi permanenti e alle altre azioni di servizio».
Insomma, quel palazzo non é sicuro, o meglio, come scrive il Comitato: “…l'analisi di vulnerabilità dell'edifico sede del Liceo Classico e del Convitto Nazionale "Melchiorre Delfico" deve ritenersi non completa e comunque tale da non consentirne l'utilizzo con il Livello di sicurezza minimo richiesto dalla normativa tecnica…”.A quel punto, il sostituto procuratore Rosati, ha chiesto il sequestro preventivo dell'edificio, adottato poi dal Tribunale: Francesco Ferretti presidente, Marco D’Antoni giudice, Martina Pollera giudice relatore, ravvisando “…un concreto e immediato pericolo per la pubblica incolumità e un concreto pericolo di aggravamento delle conseguenze derivanti dalla libera disponibilità della struttura e, segnatamente, dal suo regolare utilizzo in occasione della riapertura delle attività scolastiche”.
Adesso, ovviamente, la Provincia dovrà rispondere alla Procura, chiedendo un riesame e magari il dissequestro, ma soprattutto mettendo in campo tecnici che possano confutare le valutazioni del Comitato Tecnico Amministrativo, in attesa di dare il via ai lavori, peraltro già da tempo previsti.
Quello che un po’ preoccupa, nella vicenda, soprattutto per tutte le persone che vivono quell’edificio e l’hanno vissuto negli ultimi otto anni, è che il Comitato Tecnico Amministrativo, da un lato, concluda che i livelli di sicurezza riportati negli studi precedenti devono “… intendersi stimati per eccesso…” e,dall’altro che - anche sulla base delle analisi precedenti - “…il livello di sicurezza era del 46% in relazione alle condizioni sismiche e risultava in ogni caso inferiore al limite minimo del 60% fissato dalla disciplina tecnica per le scuole…”
Se é vero quello che sostiene il Comitato, “…al di là delle divergenze di tipo metodologico, sia l'analisi del 2016 sia l'analisi del 2024 sono concordi nell'individuare un coefficiente di sicurezza dell'edificio in condizioni sismiche ben inferiore a quello minimo necessario a garantirne la tenuta”.
Se così é, qualcuno dovrà dare 8 anni di spiegazioni.