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DelukSenza esito, finora, le ricerche del giovane disperso sul Gran Sasso da Domenica  21 settembre  2024 e nessuna traccia  del cercatore  di funghi disperso nella piana del  Voltigno  nel Pescarese da martedì 24 settembre 2024 
Il 10 settembre  2024 , il Peloton de Gendarmerie de Haute Montagne di Chamonix , in condizioni  meteo  proibitive, ha individuato  e recuperato  i corpi  senza vita di quattro  alpinisti che, da sabato  7 settembre,   risultavano  dispersi  sul Monte Bianco. I corpi erano  a 4500 metri, nella zona del " Mur de la Cote", pendio  ghiacciato che porta alla vetta  del  Monte  Bianco,  sul versante  francese
E' da dire che in Italia  il servizio  del  Soccorso  Alpino  e ' affidato  ai volontari del CAI ( Club Alpino  Italiano ) mentre in Francia  il servizio  di Soccorso  Alpino  è  affidato  alla Gendarmeria cioè a professionisti
Personalmente  ritengo  che è  da  rivedere  il servizio di soccorso alpino in Abruzzo  e in tutta la  penisola 
Attualmente,  in Italia,  in seguito  ad una legge di Protezione  Civile, il servizio  di  soccorso  alpino  e speleologico  è  affidato  ai volontari  del CAI . Questa legge  è  anacronistica e superata  per diversi  e  validi  motivi 
Il primo è il seguente: i volontari  del  CAI coordinano un corpo  dello Stato  come il Soccorso  Alpino  della  Guardia  di  Finanza e / o  il S. A. F .   Soccorso  Speleo  Alpino  Fluviale  del Corpo  Nazionale  dei Vigili  del  Fuoco durante  le operazioni  di soccorso  in montagna. È  come se in un incidente  stradale  i volontari  coordinano  la Polizia  Stradale  per soccorrere  gli automobilisti  coinvolti  nel  sinistro 
Il secondo è che il Soccorso  Alpino  del CAI percepisce  finanziamenti  pubblici  per oltre 10 milioni di euro  l'anno tra Stato  ed enti  autarchici locali. A questo  punto  un aspetto  da risolvere  è  quello  di  stabilire  se l'organizzazione  CNSAS del CAI formata da volontari riceva finanziamenti  pubblici  invece  di  utilizzare  squadre  di  professionisti altamente  specializzati già  esistenti  nel SAGF,  nel SAF,  nel Soccorso  Alpino  della  Polizia  di  Stato,  nel Reparto  Intervento  Montano  dei  Carabinieri a cui eventualmente  destinare quelle somme aumentando l'efficacia  dei soccorsi. A tal proposito  è  da dire che la tempestività  negli  interventi è  maggiore  da parte dei professionisti  visto  che i volontari  devono lasciare il lavoro  e non sono in continua attesa e disponibilità  per le emergenze
Da ultimo ma non meno importante,è  da dire che i reparti  specializzati del SAGF, SAF, RIM, Soccorso  Alpino  della  Polizia di Stato, oltre ad avere mezzi terrestri  e aerei idonei  per ogni necessità,  hanno la preparazione  giuridico - operativa  per permettere  ai propri  uomini di poter ricostruire esattamente  qualsiasi  evento  legato ad infortuni ad alta quota assicurando anche le necessarie  funzioni  di Polizia  Giudiziaria  nei casi in cui, dalla dinamica  degli incidenti,  possono  essere  ravvisati eventuali  elementi  di interesse penale 
Anche il servizio  di eliambulanza  pubblica in Abruzzo  e in tutta Italia è  da rivedere perché  troppo costoso.
Attualmente, in ogni regione  Italiana,  il servizio  di emergenza  aerea a  mezzo  elicottero  medicalizzato è  affidato a privati  a costi molto  alti. Più  è  vasta  la superficie  della regione  più è  alto  il costo  che  ogni regione  deve corrispondere alla ditta privata proprietaria  della eliambulanza 
Un dato  su tutti.  Il servizio  di elisoccorso  pubblico  costa  alla Regione  Abruzzo  30 milioni  di euro  ogni  4 anni. 100 milioni  di  euro  è  la cifra  che la regione  Lombardia,  la regione  Emilia  Romagna,  la regione  Lazio  devono corrispondere  alla ditta privata  proprietaria  dell'eliambulanza 
Sono sempre  più  convinto  che in Italia  il servizio  di  soccorso  alpino  e quello  di emergenza  aerea  a  mezzo  elicottero medicalizzato devono  essere affidati  ai professionisti e non ai volontari e ai privati come attualmente avviene in tutta la penisola.
Sono convinto che bisogna  creare  un  deterrente  per  scoraggiare  chi  si  avventura  in  quota  senza  la  necessaria  preparazione  fisica  tecnica  e  mentale con l'obiettivo  di salvare  giovani  vite umane 
Da più  fronti  si invoca una legge in grado di arginare l'impennata degli incidenti in montagna. Attualmente,  non esiste una normativa con regole specifiche per la sicurezza dell'alpinista, dell'escursionista,  dello scialpinista,  del ciaspolatore,  del cercatore  di  funghi e, più  in  generale  per chi  pratica  sport  di  avventura  A mio  avviso si potrebbe modificare il decreto legislativo n.  40  del 28.02.2021 in materia di sicurezza nelle discipline sportive invernali estendendolo all'alpinismo,  all'escursionismo,  allo scialpinismo al  torrentismo e  chi pratica  mountain  e-bike  Così  come nell'attuale decreto legislativo si stabiliscono precise regole sulle piste da sci, anche nel  caso di escursioni e arrampicate in montagna è necessario fissare regole più stringenti  Una soluzione  potrebbe essere quella di stipulare una polizza assicurativa. Per queste attività  sportive  credo ci  siano  formule che coprono escursioni impegnative, discese fuori dalle aree attrezzate e, probabilmente anche  salite sulle vie ferrate  Un valido  deterrente  sarebbe  quello di far pagare per intero al cittadino imprudente in emergenza le costose operazioni di salvataggio in montagna, compreso quelle effettuate sulle piste da sci come avviene  in  Francia,  Austria e Slovenia. Un minuto  di  volo di un elicottero medicalizzato arriva a  costare  300 euro 
Paolo  De Luca 
Maestro  di  Sci  e  Accompagnatore  
di  media  Montagna 
Pietracamela