Il Delfico parla, E’ solo, chiuso, vietato e proibito, ma non ha alcuna intenzione di restare in silenzio. Parla. E lo fa coi cartelli dei “suoi” ragazzi, di quella linfa vitale che scorreva nei suoi corridoi, e che anche oggi ha esposto i segnali della sua protesta. Cartelli e striscioni, sulla porta “sigillata” dell’antico palazzo, con urla di dolore e quel “Noli me tangere” … non toccarmi, che latinamente riafferma la sacra inviolabilità del “Delfico”. Perché "non c'è Teramo senza Delfico"... Settimana prossima nuova manifestazione.