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Il rapporto con la politica e le amministrazioni locali è spesso fonte di difficoltà per chi vive una condizione di disagio abitativo. La questione di via Longo a Teramo è stata per lungo tempo al centro del dibattito politico e sociale, in particolare durante l’amministrazione del sindaco Maurizio Brucchi. Il Sunia con Ernino D’Agostino; Sicet con Antonio Di Berardo e Uniat con Emidio Angelini, si sono schierate contro l’amministrazione comunale per il diritto e mantenimento all’edilizia sociale e contro il social housing. Le dette associazioni già nel 2010, hanno accusato l’amministrazione Brucchi di incapacità di risolvere l’emergenza abitativa, senza offrire soluzioni adeguate. “Via Longo una ferita aperta” è una frase che evoca un’immagine dolorosa, collegata a un evento o a una situazione difficile. La frase è stata citata dal sindaco Gian Guido d’Alberto. Quindi, una questione non risolta. Una riflessione però va fatta: oggi nelle casse comunali, ci sono 5 milioni di euro a disposizione per alcuni interventi di pubblica utilità. La richiesta che il Sicet è, mettere a disposizione 2,5 milioni di euro per le prime due palazzine o le prime tre e dare avvio alla riqualificazione urbana del quartiere stesso.La Regione Abruzzo ha registrato ritardi nella nomina del Presidente dell’ATER. Questo ritardo ha già avuto ripercussioni significative, poiché l’Ater è l’ente responsabile della gestione degli alloggi popolari e di altre questioni legate all’edilizia residenziale pubblica. Il mancato insediamento tempestivo dei vertici oltre i 180 giorni dal primo consiglio, che potrebbe incorrere ad una sanzione amministrativa e che ha già comportato una serie di problemi amministrativi, come interventi di manutenzione, assegnazioni di alloggie gestione delle emergenze abitative. Questa questione è in stallo da tempo, probabilmente a causa di divergenze politiche all’interno della giunta regionale o tra partiti politici che non riescono a trovare un accordo sul candidato più idoneo. A pagare sono i cittadini e gli inquilini che aspettano di vedersi il proprio alloggio ristrutturato e le famiglie più vulnerabili già colpite dalla povertà e dall’esclusione sociale.Oggi si trovano senza tutela alcuna abbandonati al proprio destinoOrmai da anni che denunciamo l’uso distorto del territorio e dell’edilizia popolare.La grave emergenza abitativa angoscia oltre 3000 famiglie in tutto il territorio provinciale;a Teramo, 500 famiglie in attesa da decenni nelle graduatorie emergenziali; il 90 percento  di edilizia popolare da ristrutturare, ormai a rischio staticità;  periferie e quartieri popolari degradate. L'emergenza abitativa è all'ordine del giorno. Come si evince dai dati annualmente pubblicati dal Ministero dell’Interno sui provvedimenti di sfrattoLe politiche pubbliche per la casa sono carenti e l’edilizia residenziale pubblica assolutamente insufficiente. 

SEGRETARIO PROVINCIALE

ANTONIO DI BERARDO