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“Non si sequestra una scuola, perché gli effetti di un'azione così truculenta, così rozza toccano migliaia di persone. Io se fossi un genitore chiederei i danni alla magistratura per quello che ha fatto”. Lino Befacchia, preside del Liceo Classico fino al 2007, ha atteso qualche giorno prima di parlare, perché non fosse d’impetonla sua reazione. Oggi, però ha deciso di parlare, e lo fa con un carico di conoscenze e di saperi che suona, oggi, come una condanna. “Vogliono mettere i ragazzi alla De Jacobis, che ha indici sismici bassissimi, perchè la magistratura non vieta l'accesso anche a quella scuola? Non li ha visti la magistratura o ha visto solo dove voleva guardare? - commenta il professor Befacchia - hanno colpito il Delfico, hanno deciso che doveva essere sacrificato. Il cuor di leone che ha guidato questa operazione, doveva toccare tutti gli istituti non solo il Delfico. In una Teramo oramai  triste questa istituzione, come la cattedrale, rimarrnno nel tempo sempre. Il magistrato deve soffermarsi sulla storia dell'ingegner Pilotti che costruì il Delfico, e dopo aver studiato i documenti emettere il provvedimento. E i moduli? Mi rifiuterei di portarci mio figlio. Dove è finito il dissequestro per motivi di urgenza e di ordine pubblico? Un infarto non si cura con un'aspirina, ogni giorno che si perde è un danno che si fa agli studenti. I magistrati dovrebbero prendere i delinquenti e non infierire su questa scuola. Buttate sul lastrico 1.200 persone, come se fosse uno tsunami… Teramo non ha fatto nulla per meritarsi questo trattamento”.

Elisabetta Di Carlo

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