Ultime ore di ricerche di Giorgio Lanciotti. In Prefettura è arrivata la richiesta ufficiale, avanzata dai soccorritori, all’esito di una campagna di ricerche che, sia pure infruttosa, ha visto la montagna battuta palmo a palmo. il Prefetto Fabrizio Stelo, con le strutture coinvolte nelle attività, ha ricevuto questa mattina i familiari per metterli al corrente degli ultimi sviluppi delle ricerche e per esprimere la piena vicinanza istituzionale e il pieno sostegno umano.
Le ricerche di Giorgio Lanciotti, disperso in montagna dallo scorso 21 settembre, sono proseguite incessantemente per 26 giorni con l’intenso concorso di tutti i Corpi competenti scesi in campo ciascuno per la rispettiva competenza e professionalità: Vigili del Fuoco, Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, Arma dei Carabinieri. 634 le unità impiegate in questi giorni e circa 1052 i km di tracce percorsi a piedi e 863 i km con mezzi aerei. Nelle zone impervie sono state effettuate riprese approfondite con elicotteri e droni ed impiegate, in aree definite, le unità cinofile e, per non lasciare nulla di intentato, le ricerche si sono spinte anche sul versante aquilano, in particolare nelle zone e negli itinerari che Giorgio Lanciotti avrebbe potuto ipoteticamente percorrere, presumibilmente disorientato.
Sabato 21 settembre, il giovane era salito in montagna per un’escursione in solitaria, la stessa che aveva fatto altre volte, poi si era fermato a pranzo al Rifugio Franchetti dal quale, poi, aveva raggiunto la vetta, e poi era ripartito sul far della sera, quando in quota cominciava a scendere la nebbia. Poi, è successo qualcosa. L’ipotesi più accreditata è che possa essere caduto mentre riscendeva a valle, per tornare alla sua auto, parcheggiata nella zona di Cima alta. Per giorni e settimane, le squadre di soccorso hanno perlustrato la montagna, cercando ovunque lo sfortunato escursionista, ma senza esito. Col passare delle ore, la speranza di trovarlo in vita si è fatta sempre più debole. Era stato il padre, Gloriano, conosciutssimo esponente della vita pubblica abruzzese, a dare l’allarme, non vedendolo rientrare e mettendo in moto la macchina delle ricerche. Subito si erano mossi Vigili del Fuoco, Soccorso alpino, Carabinieri Forestali e Carabinieri della stazione di Pietracamela. Le ricerche si sono mosse seguendo l'unica traccia a disposizione, il video (QUESTO) che aveva postato su instagram, proprio dopo aver raggiunto la vetta, ma a lungo sono state rese difficili dal maltempo e dalla nebbia. Adesso, giunti al 26esimo giorno di ricerche, alle quali si sono unite squadre di volontari esperti, si arriva alla decisione di sospenderle. Come già accaduto in passato, sarà il Gran Sasso a decidere quando restituire il corpo di Giorgio