Si riapre la stagione delle trivelle. Il decreto Ambiente, voluto dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, è appena arrivato in Senato, e sblocca le possibilità di trivellazione per una trentina di permessi di esplorazione, finalizzati all’individuazione di nuovi giacimenti di petrolio e gas, che erano stati invece cancellati dal Pitesai, il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, poi di fatto annullato dal Governo attuale.
Dei 27 siti “sbloccati”, tre sono in Abruzzo, a Bucchianico e Ortona, nel Chietino, ed a Mutignano, nel Teramano. E questa sarebbe solo la prima fase, di una più generale operazione di “sblocco delle trivelle, che potrebbe arrivare a toccare oltre 100 siti in tutta Italia. Nel gioco incastrato delle concessioni e delle società che le richiedono, a trivellare in Abruzzo dovrebbe essere l’Eni e, per la concessione di Mutignano, anche Gas Plus Italia. In realtà, il riferimento “Mutignano” è solo il nome, di una concessione ben più ampia, che si estende per 75 chilometri quadrati sul territorio da Martinsicuro a Montesilvano, abbracciando tutta la costa teramana e parte di quella pescarese. Si tratta di trivellazioni terrestri, non marine.