Neppure oggi ci sono notizie su Giorgio Lanciotti scomparso sul Gran Sasso il 21 settembre scorso. Il gruppo di alpinisti partiti oggi verso l'anticima della vetta orientale seguendo la via ferrata Ricci, per poi scendere lungo il canale Jannetta, un percorso complesso non ha prodotto nulla. Una volta raggiunta la base del quarto pilastro, gli alpinisti si sono divisi in due gruppi: il primo ha risalito i canali a destra del Diedro di Mefisto fino alla comba, ma niente, nessuna traccia c'è di Giorgio. Il secondo gruppo, invece, ha esplorato il canale a destra della Guglia di Bambù. Entrambe le aree sono sembrate molto insidiose, cariche di detriti del crollo del 2006 e soggette a frane. Per esplorare questa zona impervia e ripida, gli alpinisti stanno utilizzando tecniche specifiche per le ricerche su valanghe, esaminando attentamente ogni angolo. L'indagine si è stesa lungo le aree di Nerito, Crognaleto e Tottea, piccoli centri ai piedi del Gran Sasso, dove il cellulare di Giorgio aveva agganciato alcune celle. Intorno al Corno Piccolo, il Vallone dei Ginepri si biforca fino al Passo del Cannone, una zona complessa che, con l'inverno ormai alle porte, diventerà presto più difficile da esplorare a causa di neve e gelo. Oggi è stato trovato il gelo. Inizio prossima settimana si farà il punto della situazione con i familiari: ci sono ancora una decina di giorni per poter ritentare vista l'alta pressione, poi si dovranno abbandonare le ricerche.Per scandagliare la vasta zona occorrono alpinisti esperti e coraggio, tanto coraggio.