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DELFICOCHIUSO1Visto che in città vanno di moda le lettere aperte, ne butto giù una dal mio basso profilo di docente errante.
E invio nell'etere questa missiva agli amministratori locali, provinciali e regionali, nessuno escluso.
Si sentano pertanto accarezzati da questa mia tutti, dal Sindaco al presidente della Provincia fino agli eletti teramani in Regione. Fate conto che questa sia la carezza sulla fronte di una madre sul "figlio deliro".
Cari politici, vi abbiamo fatto "Tana"!
Non girate intorno alle questioni urgenti che vi sottoponiamo con una poco credibile sicumera o un inopportuno sorrisetto beffardo tra i denti: siete ormai nudi nella vostra pochezza davanti ai nostri occhi e alle nostre coscienze.
Quanti di noi si sono pentiti amaramente di avervi dato fiducia col loro voto!
Io strapperò e gettero' nell'indifferenziato la mia scheda elettorale, se devo tornare a votare qualcuno di voi o delle vostre risme, da destra a sinistra.
In quest'ultimo mese, nella gestione della sciagurata vicenda del sequestro del Convitto Delfico, abbiamo potuto constatare quanto siate sprovveduti, incapaci e ignobili.
Dopo averci illuso con propositi sbandierati ai quattro venti di sinergie tempestive, durante le riunioni avete dato sfoggio di una miserrima, pessima retorica e della totale mancanza di visione su tutti i fronti, mostrando ai nostri ragazzi quanto è abietta la politica. Vi siete ricoperti di ridicolo e di ignominia.
E ancora di più mi indigno se penso a come gestite le vostre cariche: siete tutti uguali.
Ciò che accade a Roma, si riproduce in un laido copia-incolla qui in città, in provincia, in regione.
Ricordate: anche quelli che vi leccano le natiche, appena girate le spalle fanno sapere in giro che avete favorito Tizio e Caio, che avete concesso licenze e nomine, fatto vincere concorsi, fatto superare esami a vostri parenti, amici, amici degli amici in cambio di voti e altri servizi molto poco onorevoli.
Credete forse di risultare popolari per qualche elemento positivo che vi contraddistingue?
Guardatevi intorno: vi applaudono solo i vostri diretti beneficiari e quei giornalettristi che usano la stampa come servi del sistema di cui fate parte.
E allora vi chiedo solo un favore: evitate di recarvi a scuola il prossimo 11 novembre a fare i vostri saluti istituzionali, quando io riprendero' a lavorare la mattina coi miei alunni del liceo Delfico.

UNA DOCENTE