Il coraggio. E la visione. Il “primo” discorso da Nuovo Magnifico Rettore dell’UniTe, del professor Christian Corsi, è molto, ma molto di più di un discorso. E’ l’orgogliosa rivendicazione di un ruolo, quello di “guida” culturale, di pietra angolare del processo di crescita di un territorio, che l’Ateneo teramano, di fatto, non ha mai avuto. E che Corsi, senza metafore, definisce “imprescindibile”. Ad ogni passaggio del suo discorso, essenziale quanto efficace, il nuovo Rettore ha idealmente demolito la collina di Coste Sant’Agostino, avvicinando l’Ateneo alla realtà, prima ancora che alla città e riportandolo sì a Teramo, prima, ma poi in Abruzzo, e in Italia, e in quel Mondo aperto, nel quale le distanze non sono più un vincolo ma una prospettiva. E non solo, perché - per quanto importantissima - non è questa ridefinizione dell’Ateneo come “luogo”, la più importante - anzi: emozionante - tra le visioni del nuovo Rettore, ma quella che esalta, con la giusta prepotenza di un grido troppo a lungo soffocato, il valore del sapere.
«Abbiamo il dovere di far risuonare con autirevolezza le nostre voci e il nostro sapere, anche e soprattutto sulle grandi sfide del nostro tempo… affinché gli approcci e le metodologie del sapere possano consigliare verso un futuro più prospero e consapevole».
Corsi parla anche di responsabilità morale, per l’Ateneo, di «…tradurre il potenziale trasformativo della ricerca in azioni concrete a beneficio dello sviluppo socio-economico del terrirorio…» e «…in questo contesto di profondi cambiamenti, l’università di Teramo deve assumere con certezza un ruolo di primo piano nel guidare la riflessione pubblica, anticipando le trasformazioni…». E’ una vera e propria rivoluzione, l’Ateneo si riappropria fieramente del proprio ruolo culturale e sociale, e mai come in questo momento Teramo ne ha bisogno.
Buon lavoro, Magnifico… bentornata UniTe