Voglio ringraziare di vero cuore tutti i Veri Volontari che hanno partecipato alle ricerche di Giorgio Lanciotti.
Persone che si sono mosse subito senza un ma e senza un forse, spinte dalla forza della solidarietà e dallo spirito che contraddistingue il “Popolo della Montagna”.
Ho ricevuto anche telefonate da coloro i quali erano sinceramente dispiaciuti perchè non avrebbero potuto partecipare, fortunatamente molto più numerosi di quelli che si sono rifiutati o, peggio, che non hanno neanche risposto.
Ci sono state persone che hanno speso dei soldi per venire a Prati di Tivo, che hanno lasciato il lavoro, le famiglie per correre a darci una mano; persone che sono partite alle quattro del mattino per essere puntuali alle sette all’appuntamento, persone che si sono caricate sopra le spalle le attrezzature necessarie ed hanno faticato e sofferto per tutto il giorno e che solo a mezzanotte sono tornate a casa.
Stanche sì, ma soddisfatte per avere aggiunto un pezzettino di cuore a quello più grande della solidarietà umana.
Dirò solo i nomi dei tanti che sono corsi al nostro richiamo e mi scuso se dimenticherò qualcuno: Cinzia, Maura, Michele, Roberto, Pierluigi, Niccolo', Maurizio, Giovanni, Alfredo, Andrea, Alessandra, Alvaro, Lucio, Ludovico, Paola, Laura, Alfonso, Tommaso, Leonardo, Giuseppe, Milena, Luigi, Berardo, Antonio, Corrado, Rebecca, Adantina, Elio, Stefano, Federica, Piero, Fulvio, Norbert, Claudio, Monica, Linda, Rita, Gabriele, Giampiero, Silvie, Ivano, Giovanni, Serafina, Fabrizia, Lucia, Piernicola, Amedeo e tutti gli altri.
Non sono mancate critiche, offese e accuse varie (che non lascerò cadere) da parte di chi, evidentemente, non ha mai incrociato il proprio sguardo con quello di Gloriano, di Cesarina, di Isabella e di Pierpaolo Lanciotti, ai quali questa grande dimostrazione di solidarietà umana ha alleggerito il peso indescrivibile del loro dolore.
Insomma, il Popolo della Montagna è speciale, è unito da un filo sottile ed invisibile ma più forte di una corda. Il Popolo della Montagna è silenzioso, ma sa comunicare più di chiunque altro, il suo linguaggio è universale perché è quello della solidarietà e dell’amore.
Il Popolo della Montagna, così come non sente la fatica, non ascolta polemiche o dissuasioni, ma risponde al richiamo della fratellanza e corre in aiuto di chi ne ha bisogno, col solo scopo di essere utile e, soprattutto, di partecipare ai sentimenti degli altri.
Cari volontari, questo e tanto altro siete voi, pronti, generosi e preziosi, non ci saranno mai parole sufficienti per ringraziarvi, ma sappiate che il vostro gesto è grande come il vostro valore.
L’appuntamento dell’incontro con Giorgio è però solo rimandato. Se saremo fortunati e le condizioni del tempo lo dovessero permettere, quei giovani alpinisti che domenica 10 novembre, erano sulle severe pareti della vetta Orientale, hanno dato la disponibilità per tornare a percorrere le vie che ho indicato e, forse, potremmo mettere la parola fine a questa tragica vicenda.
Ho un solo grande rammarico e cioè che il mio stato di salute, in questo momento, non mi consente di fare nessuna delle vie sul Paretone e, se fossi stato bene, vi garantisco che ogni giorno sarei stato lassù, su quelle pareti amiche che mi hanno regalato momenti fantastici con amici veri come voi.
Grazie di vero cuore.
Pasquale Iannetti
foto di Luigi Nespeca