Il concetto della straordinarietà attiene, per definizione, a un evento che sia per sua stessa natura non ordinario. Eccezionale, nel senso di farsi eccezione alla regola. Perché lo sia un Consiglio Comunale teramano, ce ne vuole, visto che fin troppe volte il riferimento alla straordinarietà è stato associato alla sola modalità di convocazione, o al fatto che avesse un solo punto all’ordine del giorno, non alla “qualità” di quell’ordine del giorno. Quello di questa mattina, invece, si sperava che fosse “straordinario” soprattutto per il tema: le scuole a Teramo, cioè la situazione degli edifici scolastici in una città che ha visto il governo gianguidesco, con ingiustificata enfasi, annunciare l’avvio di un cantiere che si chiuderà tra 900 giorni, salvo complicazioni.
Chi scrive. è stato tra i più feroci censori della “nastrite”, ovvero di quella esagerata tendenza all’inaugurare di tutto e di più, che è nel dna di ogni governo comunale, ma almeno lo si faceva alla fine dei lavori… non si celebrava l’avvio.
Vero è che. visto l’andazzo dei cantieri in città, con quello del Mercato Coperto fermo da agosto e quello del Teatro Comunale fermo da un mese, conviene festeggiare l’avvio dei lavori, visto che la fine rischia di essere ben oltre la scadenza della gianguideria regnante.
Consiglio convocato per le 9,30, alle 9,20 la situazione è questa:
ma il vuoto che fa rumore non è quello dei politici, ma quello delle famiglie, dei genitori, dei ragazzi, che si pensava accorressero in massa, ma cosi non è.
Si comincia alle 10,10, in platea anche i consiglieri regionali Paolo Gatti, Dino Pepe, Marilena Rossi ed Enio Pavone.
Apre i lavori, a nome dell’Opposizione, che ha richiesto il Consiglio, Carlo Antonetti, che rinnova la protesta per il ritardo di avvio del Consiglio, e gli risponde il presidente Melarangelo, ricordando - piccato - che c’è una tolleranza di un’ora sull’orario di convocazione.
Tant’è, si comincia.
Antonetti spiega i motivi della richiesta del Consiglio straordinario. Dettaglia sulle “criticità” del sistema scuola a Teramo, tra Comune e Provincia, criticando l’assenza del presidente D’Angelo. C’è però, il vicepresidente Andrea Core, che replica sul merito e sulla forma e spiega quanto e come abbia fatto la Provincia, dal sequestro in poi.
L’assessore ai Lavori Pubblici, Marco Di Marcantonio, ricorda invece il piano delle opere, che vedrà investimenti per 127 milioni e che, in tre anni, cambierà il volto “scolastico” della città. senza delocalizzare, ma puntando sul Centro Storico. Citiamo l’intervento di Flavio Bartolini, ma solo per dovere di cronaca, perché nulla aggiunge alla conoscenza, ma debilita non poco la capacità di resistenza al sonno di una platea che patisce la noia. Poi, parla il consigliere Fracassa, di Futuro In, ed è un "cahiers de doleance…"
L'intervento di Fracassa strappa applausi delle (poche) mamme presenti, poi replica l'ingegner Manetta, che precisa alcuni passaggi, ma è il Sindaco a chiarire.