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Il bilancio delle morti, in calo dell’11% rispetto al 2023 è comunque tragico: oltre 90 casi. 77 le donne uccise da partner o comunque da familiari. Cambia anche l’età delle vittime dei femminicidi: circa una vittima su cinque nel 2024, è over 70, uccise tutte dai mariti dopo matrimoni lunghi 40 o 50 anni. Questi i dati nazionali che registrano un aumento delle donne che si rivolgono ai Centri. Sono in aumento anche quelle che si rivolgono al Centro La Fenice della Provincia, un dato positivo in realtà perché l’intervento e il supporto delle professioniste dell’antiviolenza (avvocata, assistente sociale, psicologa) è spesso l’unico argine ad un tragico epilogo aiutando le donne a denunciare, a trovare un lavoro se occorre, a salvaguardare i minori. Dove occorre c’è la possibilità di essere ospitati dalla casa famiglia dell’Ente, Casa Maia.Screenshot_2024-11-22_alle_13.28.47.png

Con la Commissione pari opportunità della Provincia di Teramo, questa mattina, sono stati presentati i dati che riguardano i quattro sportelli del Centro La Fenice e le iniziative organizzate in occasione della Giornata internazionale contro la violenza di genere. “Donne vittime. Di violenza domestica, di femminicidi, di tratta. Oggi il nostro pensiero è tutto per loro” questo il filo rosso che lega l’iniziativa che, come racconta la presidente Erika Angelini, vedrà le donne della CPO varcare la soglia del carcere circondariale di Teramo nel pomeriggio del 25 novembre. “Un momento d’ascolto e di vicinanza a donne con un vissuto difficile — ha spiegato la presidente Angelini da poco insediata insieme alla nuova Commissione nominata meno di un mese fa — entriamo in punta di piedi ringraziando la direzione della Casa Circondariale che si è mostrata molto sensibile al tema portando un piccolo dono alle carcerate. Grazie alla collaborazione offerta in modo gratuito da altre donne, parrucchiere ed estetiste, passeremo qualche ora con loro regaleremo qualche ora di normalità”.

Da gennaio 2024, sono 70 le donne che hanno fatto accesso al Centro Antiviolenza. Solo il 30% è di nazionalità straniera; nel 70% dei casi si tratta di donne italiane. La maggior parte ha figli minori, l’accesso avviene tramite il 1522 o il wapp del Centro 0861 029 009 o i servizi sociali o i legali di fiducia. A queste si aggiungono abbiamo le donne inviate in CODICE ROSSO dalle Forze dell’Ordine su indicazione del Pm: si tratta che hanno già denunciato e che vengono ospite state ospitate nella casa rifugio: dieci donne di queste sono state accolte con i figli minori. In un caso è entrato un intero nucleo familiare.

La Casa può accogliere fino a 90 donne in emergenza più eventuali altri 90: un modello viene tolto il telefono e non possono uscire. La presa in carico comporta il supporto psicologico, l’orientamento al lavoro (la maggior parte di loro non lavora), l’attivazione di tirocini formativi finalizzati alla stabilizzazione economica della donna; infine laddove si rende necessario anche un supporto economico con il rimborso di spese necessarie. Le donne prese in carico del Centro e di Casa Maia consente di richiedere il Reddito di libertà erogato dall’INPS: 400 euro al mese.

Insieme alla presidente della CPO Erika Angelini e alle componenti della Commissione sono intervenuti questa mattina in conferenza stampa, Luana Strippoli Capo di gabinetto della Prefettura di Teramo, il Sostituto Procuratore Enrica Medori, la dirigente della sezione anticrimine della Polizia di Stato Marina Zicolillo e l’avvocata del Centro antiviolenza Michela Manente.