Letterature Indipendenti, il progetto editoriale dello studioso teramano Massimo Ridolfi, apre ad altri autori e, facendo tesoro della sua personale ricerca sulla poesia italiana contemporanea titolata “Testo e Voce - Esperimenti di lettura poetica: dire poesia”(confluito su questa testata nella rubrica “CORALE: SETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEMPORANEA”, sempre a cura di Massimo Ridolfi, Archivio:
https://certastampa.it/191-rubriche/corale), iniziata il 29 ottobre 2019 e che troverà termine il 31 dicembre 2025, ricerca nata con l’intento di riportare la poesia alla musica di cui ogni parola che la compone è custode, inaugura la Collana “Corale di voci altre” - Collezione Poesia Italiana Contemporanea.
Massimo Ridolfi, ideatore e curatore della collana, dichiara:
«Nel gennaio scorso Michele Nigro, poeta campano ma di origini lucane, mi chiese se il mio progetto editoriale, Letterature Indipendenti, fosse aperto ad accogliere altri autori, essendo stato ideato esclusivamente per la pubblicazione, diffusione e promozione dei miei lavori. Invero, in passato altri autori prima di lui mi hanno posto lo stesso quesito.
Di primo acchito risposi appunto di no, che Letterature Indipendenti è solo il mio modo di liberarmi dalle grandi e piccole pastoie dell’editoria tradizionale, con la quale non ho proprio nulla da spartire in quanto il sottoscritto si occupa di Letterature Indipendenti dal mercato dal prodotto dal Capitale, in poche parole di ciò che non è facilmente vendibile – ma resta, soprattutto, sostanziale e strutturale esempio di una azione politica che invita tutti gli scrittori di valore a fare altrettanto con il fine di fare Letteratura e non più intrattenimento di massa o, peggio ancora, prestarsi al ruolo di burattino e marionetta in presuntuosi teatrini letterari tenuti da imbarazzanti da imbarazzanti personaggi nelle vesti Mangiafuoco.
Poi, nel tempo di un secondo, mi si accese una lampadina: Ma, in realtà, mi sono sempre occupato principalmente del lavoro di altri autori, come critico, mi sono detto – tutto chiuso dentro lo spazio di una mente folle ma sempre desiderosa (la mia), con Testo e Voce, per esempio, studio che raccoglierò in volume nel 2026, al termine dei programmati cinque anni di ricerca.
E allora è a questo punto del mio sragionamento che ho deciso di dedicare una collana solo alla poesia italiana contemporanea: “Corale di voci altre”.
La collana prevede la pubblicazione di un solo volume l’anno perché, seriamente, non è possibile per nessun editore pubblicare più di un libro l’anno di poesia; vale a dire che non è possibile entrare e vivere nell’opera di un poeta per più di una volta l’anno, a meno che non ci si voglia ridurre a stampatori di libri invece che restare editori, soprattutto se si vuole proporre non semplicemente dei testi da leggere ma degli strumenti di studio, prerogativa principale di tutte le pubblicazioni liberate da Letterature Indipendenti sotto la mia severa e vincolante direzione; e gli autori che selezionerò saranno invitati da me personalmente a inviarmi la loro silloge, ai quali proporrò una bozza di contratto, che poi è quello che offro agli autori stranieri che scelgo di tradurre.
Ovviamente, sarò io a investire tempo studio e risorse sulle pubblicazioni nelle qualità di ideatore, curatore e titolare unico della collana “Corale di voci altre” e di Letterature Indipendenti, quindi non saranno richiesti agli autori, in alcuna forma, contributi di carattere economico.
L’unico obbligo cui dovranno rispondere gli autori che selezionerò, sarà quello di inviarmi un libro nel quale credono davvero.
E ritorno sempre alla poesia perché, delle arti, è la prima che salverei e porterei con me oltre la fine inevitabile di questo mondo: quando ci si avvicina alla poesia, che è una amante assai volubile perché richiede una assidua frequentazione, si ha come la sensazione che oltre non ci sia più nulla, che non ci sia nulla di più alto e misterioso di una poesia.»
La collana “Corale di voci altre”, che prevede appunto una sola pubblicazione l’anno, si inaugura quindi con “Elegia del confino - un diario in prosimetro” di Michele Nigro, già disponibile in esclusiva sulla piattaforma Amazon (link: https://amzn.eu/d/gy9lVl6).
Per la colla “Corale di voci altre”, seguiranno le seguenti pubblicazioni:
2025 “L’amurinun avi tituli”di Gaetano Capuano;
2026 “I giardini di Cordova”di Dino Villatico.
In anteprima si pubblica di seguito la nota dell’autore contenuta in “Elegia del confino - un diario in prosimetro” di Michele Nigro, Letterature Indipendenti, Teramo, 2024, pp. 203-204.
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ELEGIA DEL CONFINO
(le ragioni dell’autore)
Fu all’indomani dell’annushorribilismarchiato dalla pandemia da Covid-19, se non erro a partire da gennaio 2021, che ebbi l’idea, già rimuginata in forma embrionale qualche mese prima, di cominciare a “distillare” quel che avevo riversato a mano per anni su una miriade di taccuini destinati a un futuro, doveroso falò postmortem da parte di parenti disinteressati alle lettere. Mi chiesi, giustamente: “Ma a chi vuoi che interessino le tue considerazioni personali, anche se trasformate in una prosa universale e leggibile da qualsiasi lettore da Belluno a Enna?”. Domanda legittima e onesta, ma che ha trovato una risposta altrettanto onesta proprio nel verbo “distillare”: Elegia del confino, prosimetro nato dalla miscelazione tra parti prosastiche, scritte in terza persona, e “intermezzi in poesia”, più sbilanciati verso un “io” autorialeintimistico, lirico, è il risultato della distillazione, e conseguente “traduzione” in un linguaggio non più diaristico ma pubblico di appunti presi durante vari periodi della mia vita in cui ho potuto godere del privilegio della solitudine in un piccolo borgo italiano di cui ho taciuto il nome perché intenzionato a diffondere queste riflessioni da “confinato volontario” a qualsiasi latitudine culturale: mia precisa intenzione era di parlare non di un luogo geografico, turistico, bensì di una dimensione idealistica in cui riconoscersi, di un’”interiorità universale” che emerge solo se forniamo al nostro animo le premesse necessarie affinché possa superare la propria condizione di “animo prigioniero” di una certa routine consumistica ed esistenziale.
Può un prosimetro fare tutto questo? Non lo so, anche perché di prosimetri “famosi” la letteratura ne è piena e fare confronti èarduo e sconveniente, ma io ho voluto sperimentare e tentare questa via “rilavorando” del materiale intimistico e poetico, sia edito che inedito, altrimenti destinato all’oblio. Trasformare le riflessioni private conservate su un diario in considerazioni raminghe rivolte a tutti quei lettori che amano masticare lentamente le parole e non vanno di fretta, in spasmodica ricerca di una “poetica facile” e di agevole consumo, è stato il mio iniziale intento.
Ma una precisazione è d’obbligo: Elegia del confino non è un libro nato come reazione all’esperienza drammatica del lockdownvissuto nel 2020. È stata solo una fortuita coincidenza storica a determinare la sovrapposizione tra la disavventura sanitaria che ha colpito l’intero pianeta e il concepimento di un prosimetro il cui scopo è quello di cercare di descrivere al lettore un “distanziarsi” dal mondo (al netto, appunto, di certi distanziamenti obbligatori dettati da esigenze epidemiologiche) per ritrovare se stessi, per fissare l’essenza delle cose semplici, per abbandonare l’inutile rincorsa del futile.
Al termine della stesura e di vari editing (interrotti più volte dalla vita quotidiana!), e una volta che ho cominciato a rendermi conto del tipo di testo che avevo tra le mani (un processo di consapevolezza che è ancora in atto perché la scrittura è materia viva ispirata da ragioni che possono mimetizzarsi nonostante le intenzioni inizialmente coscienti dell’autore), non mi è stato difficile riconoscermi nella linea editoriale di Letterature Indipendenti curate dallo scrittore, poeta, saggista e traduttore Massimo Ridolfi di Teramo.
Con Massimo ci eravamo già annusati sui tanto vituperati social (che a volte servono a qualcosa di buono e l’algoritmo compie di tanto in tanto anche dei piccoli miracoli apparentemente casuali); e alcune “assonanze di pensiero” su argomenti editoriali e non solo, me l’avevano già fatto entrare in vibrazione con la maggior parte delle mie corde letterarie. Da qui a diventare il primo autore pubblicato in questa sua nuova collana dedicata alla poesia italiana contemporanea il passo è stato breve e quasi naturale, e soprattutto senza quelle stupide forzature dettate da calcoli conseguenti a ricerche di mercato su quale sia l’argomento in voga capace di titillare i gusti del lettore medio. Pur non essendo autore emergente, con Letterature Indipendenti ho potuto realizzare la mia prima trincea per combattere certe dinamiche editoriali capaci di affondare la stessa editoria che, nonostante tutto, ancora conserva caparbiamente sacche di resistenza e di indipendenza; dinamiche dannose comprendenti il fenomeno dell’EAP (editoria a pagamento), il costringersi a diventare “autore predigerito” per accontentare un pubblico incapace di andare al di là delle classifiche librarie dettate da recensori prezzolati, l’amichettismoeditoriale e concorsuale, le precise strategie di marketing di case editrici votate al nulla mentale e al comandamento del “libro che vende”.
Sperando di essere il “capostipite” di una lunga serie di autori italiani meritevoli di attenzione pubblicati da Letterature Indipendenti, sento tuttavia di potervi dare fin da ora un consiglio: non accalcatevi al portone di casa di Massimo Ridolfi perché non pubblicherà in questa nuova Corale di voci altre più di un autore l’anno.
Forse solo con la lentezza e con l’orgoglio di essere liberi potremmo salvare l’editoria che vale la pena salvare.
Michele Nigro
Battipaglia, 9 novembre 2024