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Macesz

Non guardo la televisione se non per caso, ed è sempre un casosbagliato, un accidente; quindi martedì non ho visto il processo al malvagio di turno, e tantomeno partecipo alla spettacolarizzazione da Tribunale del Popolo, alla pornografia giudiziaria. No, lo squallore tribunalesco visto dal buco della serratura televisiva me lo risparmio volentieri: le brutture di fuori le mura mi bastano.Bastano a scandalizzare i miei occhi. Non ho bisogno d’altro. Non ho bisogno d’oltre. So quanto basta.

Ogni fatto penalmente rilevante, che riguardi unicamente vittima carnefice e affini, dovrebbe restare una questione privata consumabile unicamente nelle aule di tribunale, soprattutto quando il caso ha particolarmente mosso l'ipocrita opinione pubblica (lo so che i nostri giudici proprio per questo motivo possono decidere l'esatto contrario, cioè che anche il fatto giudiziario di cronaca nera diventi di dominio pubblico), e stando bene attenti a non fare gli americani anche in questa forma di consumismo del dolore, e basti ricordare il processo a Romano Bisceglia per avere conto dello schifo che qui intendo dire (Prima parte:  https://www.raiplay.it/video/2014/12/Un-corpo-spezzato---Un-giorno-in-pretura-del-13122014-382e002e-8253-40be-b181-7f013c75d6a3.html?wt_mc%3D2.app.cpy.raiplay_vod_Un+giorno+in+pretura_Adele+Mazza%3A+un+corpo+spezzato.%26wt ; Seconda parte: https://www.raiplay.it/video/2014/12/Romano-si-difende---Un-giorno-in-pretura-del-20122014-36c6419c-ea3a-48b8-ad9d-3f1614e269f1.html?wt_mc%3D2.app.cpy.raiplay_prg_Un+giorno+in+pretura.%26wt ), l'assassino di Adele Mazza (consumatosi nella Pasqua del 2010, un fatto tutto teramano), che per l'assurdità dei testi, per il degrado dal quale provenivano, è tutt'ora dileggiato sulla rete: tanto il dolore resta solo quello dei parenti, e ciò è dimostrato dall'empatia che incredibilmente si manifesta ogni volta per il carnefice, processo involutivo che riesce persino a sovrastare la compassione per la vittima, fino a dimenticarla, sfrutto questo di un ipergarantismo che non è né democratico né giusto ma solo frutto di stupidità. Perciò sarebbero a mio avviso da considerarsi, a ragione, di pubblico interesse solo i processi che discutono di reati di mafia, terrorismo e di disastro colposo; e solo questi, sì, riprendere e trasmettere a reti unificate. Non certo deve interessare il pubblico il solitario dolore di una madre, o di un padre.

Ma tornando al tema del femminicidio, chi si macchia di tali delitti è irrecuperabile perché c'è una malvagità insanabile in tali soggetti, e di questo bisogna farsene una ragione; per tanto tali individui ritengo debbano essere per sempre isolati dalla società civile, magari non in carcere ma in luoghi dove possano vivere, controllati, solo tra di loro: qualsiasi altra soluzione apparterrebbe alla sfera simpatica dell’ideale, ma da sempre non viviamo in un mondo ideale, dai tempi di Caino e Abele, o giù di lì. Come da sempre Caino è l’assassino e Abele la vittima, e mai potrà essere il contrario.

Sicuramente a questi soggetti, a questi individui malvagi (esiste il Male e il Bene, e anche di questo bisogna arrivare a farsene una ragione, come del fatto che solo l’essere umano è capace della loro piena interpretazione) – e qui nulla c'entra l'educazione famigliare o il contesto sociale di natura particolare o generale, perché la malvagità è insita in questo tipo di essere umano, è un tratto nativo, genetico, e sono facilmente identificabili nei loro comportamenti ossessivi di controllo: cari Cecchettin, la società non c’entra nulla, ha ben altre e più profonde responsabilità ma non questa: Claudia ha avuto solo la sfortuna di incontrare una persona malvagia lungo il suo cammino, quindi risparmiamoci tutti analisi di carattere sociologico perché la questione è assai più semplice, e c’è chi già ha saputo prima di noi parlarci di quanto sia invece banale il male , non deve essere più offerta la possibilità di avvicinarle le donne, ché non sono capaci di amarle e di amare; riescono invece bene solo nell'ammazzarle le femmine, come bestie al macello, fino alla distruzione del loro oggetto d'amore, ché loro credono l'amare coniugabile nella più cieca violenza, e così lo praticano l’amareE dopo tale azione si rompono in loro irrimediabilmente i principi del Bene e del Male, condizione che minerà per sempre il loro equilibrio psicofisico: troppo spesso si è visto reiterare questi delitti, anche se in forme meno gravi. L'uomo, il maschio, dopo tale gesto, si rompe irreparabilmente a Bestia, ed è una insanabile rottura morale. Ne rimane solo la Bestia. Il maschio che mena le femmine, continuerà a menarle, per questo non sono perdonabili, recuperabili alla vicinanza della donna.

Ma scrivo qui e ora non pensando certoall'ultimo caso di cronaca nera che, ancora fresco, scandalizza perché racconta di un'altra femmina ammazzata, macellata e distrutta, nell'attesa, a ore, della prossima vittima sulla quale riconcentrare le nostre attenzioniipocrite; no, perché io penso, mentre scrivo, a Sara Di Pietrantonio, per considerare insieme quanti ne ricordano ancora la brutale fine, e quale fu la sua colpa.

Io, intanto, so per certo che Sara era la figlia di mio cugino Alberto. E voi che, distanti dal dolore, chiedete perdono, per conto d'altri, del maligno; voi, anime belle, che vi scandalizzate di un precoce ergastolo (che, in qualche modo dell'ipergarantismo, finirà molto prima di un ergastolo), cosa altro di certo sapete?

MASSIMO RIDOLFI

Ossi di Seppia - Quello che ricordiamo - Sara Di Pietrantonio, un femminicidio: https://www.raiplay.it/video/2021/11/Ossi-di-Seppia---Quello-che-ricordiamo---Sara-Di-Pietrantonio-un-femminicidio-e2fc9cc3-d8c7-4368-82b2-c1222546b713.html?wt_mc%3D2.app.cpy.raiplay_vod_Ossi+di+Seppia_Sara+Di+Pietrantonio%2C+un+femminicidio.%26wt