Il nuovo Ipogeo è bello. Oggettivamente bello. Indiscutibilmente bello. Vero è che, rispetto all’inguardabile condizione di partenza, sarebbe stato difficile se non impossibile fare peggio, ma il risultato di questo progetto, firmato dall'ingegner Alfonso Marcozzi, va oltre l’impatto previsto. Certo, c’è voluto un anno in più del programmato e un milione in più del preventivato, ma il risultato è quello di una piazza che restituisce dignità cittadina al capoluogo, con una proposta che è al tempo stesso funzionale, perché resta sempre una rotonda stradale, ma anche “arredante”, nel senso più bello del termine. Un'opera che va oltre la funzione e che, come accade nelle grandi città, si fa padrona del suo spazio, orientandone il senso e la visione.
Mancano ancora i lavori sotterranei, per i quali c’è ancora qualche problema da risolvere, e il datario fiorito va rivisto, perché adesso non è leggibile, ma l’Ipogeo è elegante, con la sua pietra di Trani e i suoi giochi d’acqua, eleganti nella loro impostazione.
La grande novità, però, è che diventa “fruibile”, non è solo una rotonda aggirabile, ma è percorribile, grazie ai due accessi pedonali dal sottopasso, che ne fanno una piazzetta all’interno della piazza. Una novità che i teramani hanno mostrato di gradire, affollando sin da subito lo spazio ritrovato.
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