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traforoII Lettera Aperta di Giorgio Morelli, già consulente per la questione degli sversamenti sotto i laboratori del Gran Sasso

Parlo nuovamente dei lavori commissariali previsti sotto il Gran Sasso, dopo che le precedenti interlocuzioni, avvenute insieme ad altri professionisti sulla stampa, durante il workshop presso il Consiglio Regionale e in incontri pubblici, hanno contribuito a cambiare la narrazione sui passi da compiere. Questo è avvenuto grazie a una nuova apertura al confronto da parte del Commissario, Ing. Caputi, senza tuttavia nessuna modificasostanzanziale degli atti già sottoscritti.

Il Commissario ha dichiarato di voler analizzare e sottoporre diverse ipotesi progettuali ai soggetti previsti dalla normativa. Tuttavia, non sembra che gli atti già sottoscritti siano stati adeguati alle dichiarazioni rese, nonostante l’adesione, da parte del Commissario, ad una procedura coerente con il nuovo Codice degli Appalti (Quadro Esigenziale, Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali, Dibattito Pubblico obbligatorio, Documento dIndirizzo Progettuale, Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica).

Il Commissario, in varie occasioni, ribadisce l’inesistenza di unidea progettuale predefinita e che ogni ipotesi contraria è infondata. Non metto in dubbio tale volontà, ma analizzo i seguenti atti già compiuti:

1. DECRETO N. 34 del 28 marzo 2024: Approvazione del documento Quadro Esigenziale per la progettazione degli interventi per la messa in sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso”.
Il Quadro Esigenziale descrive le necessità principali e le modalità operative per garantire la sicurezza del sistema idrico, includendo l'ipotesi di captazioni alternative.

2. DECRETO N. 58 del 15 maggio 2024: Approvazione in linea tecnica del nuovo Quadro Economico programmatico di progetto.
Viene delineato un quadro economico aggiornato che rafforza lobiettivo del progetto tecnico-economico, tenendo conto delle nuove esigenze che emergerannodallanalisi idrogeologica.

3. DECRETO N. 60 del 17 maggio 2024: Approvazione dello schema di convenzione e dellofferta tecnico-economica con la SocItalferr.
L'offerta tecnico-economica,pur prevedendo, blandamente invero, la necessità d’ipotesi alternative, si concentra in modo particolareggiato sulla realizzazione di un nuovo sistema di drenaggio, ulteriore e diverso dall’attuale, avvalorato da studi specifici sul comportamento idrico-geologico.

In questi atti, poche righe richiedono tre ipotesi progettuali alternative, mentre numerose pagine descrivono il nuovo Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica (PTFE), definito PLUS”. Tale progetto è basato su risultati delle prospezioni geognostiche e prevede nuovi drenaggi giustificati da un modello concettuale di circolazione idrica sotterranea. Lofferta della Società Italferr sottolinea:

"Per poter sviluppare il PTFE dellintervento di Messa in Sicurezza Idraulica occorre dapprima investigare il sistema geologico-idrogeologico dellammasso; questo al fine della definizione di una  soluzione progettuale di captazione che non determini effetti negativi sulla dotazione idropotabile e   sulle qualità della risorsa. Per tale motivo si propone di avviare, da subito, una fase di studi geologici idrogeologici correlata dallesecuzione di un campo prova che dia evidenza dellefficacia della soluzione di progetto"

Segue una fase propedeutica che prevede:

• Studi geologici-idrogeologici di prima fase con lobiettivo di individuare una tratta di galleria rappresentativa, dove poter eseguire un campo prova utile alla messa a punto di un sistema di drenaggio e trasporto delle acque drenate.
• La realizzazione di un modello geologico-idrogeologico dellammasso, con il supporto di un esperto accademico nel settore, che contribuirà alla definizione del modello concettuale dellidrostruttura carbonatica del Gran Sasso.

Da questi estratti emerge una direzione progettuale già fortemente orientata verso nuovi drenaggi, che a mio avviso non risolverebbero la vulnerabilità del sistema idrico e causerebbero ulteriori danni irreversibili.

È anche, oggettivamente, velleitario ipotizzare che 15 sondaggi sotterranei in unarea ristretta possano restituire un modello idrogeologico dellidrostuttura carbonatica del Gran Sasso, peraltro con sondaggi di lunghezza media di 50m.

Da qui la richiesta al Commissario di allineare gli atti e i contratti alle dichiarazioni rese, coerentemente con il Codice degli Appalti e il necessario confronto con i portatori dinteresse previsti.

Proposte per un approccio integrato

Il momento della scelta progettuale deve essere strategico e non soffrire di un percorso già indirizzato. Nella recente intervista, rilasciata al Quotidiano “il Centro”, il Commissario ha annunciato:

4. La realizzazione di tre potabilizzatori (Assergi, Campotosto, Casale S. Nicola).
5. La probabile unificazione delle due figure commissariali (sicurezza autostradale e idrica).
6. Lemissione di un bando per raccogliere proposte progettuali dal mondo tecnico-scientifico. 

Ecco, senza volersi domandare come si possano fare ipotesi di lavoro, definite con il giusto livello di approfondimento di elaborati da poter eventualmente confrontare con quelli della Società incaricata, è opportuno però cogliere loccasione per fare una proposta quantomeno di metodo:

1. Separazione fisica e monitoraggio: ho già evidenziato linutilità della ricerca di acqua alternativa in quanto nessuna zona dellacquifero è al sicuro da un potenziale inquinamento, pertanto una definitiva sicurezza si avrebbe solo da una, garantita e monitorata, separazione fisica tra la falda contenente la preziosa ed ottima acqua da bere e le aree, tunnel autostradali e sale dei laboratori, origine eventuale di contaminazioni;in alternativa, tenendo conto dei tempi necessari e dei costi relativi per una tale soluzione ho proposto un sistema di allarme preventivo potenziato al massimo in entrambi i versanti aquilano e teramano per mettere a scarico tempestivamente lacqua non accettata dai controlli. Nella mia proposta alternativa, del sistema di monitoraggio potenziato, la realizzazione dei potabilizzatori sarebbe strategica in quanto ci potrebbero essere delle contaminazioni per la cui soluzione occorra un tempo superiore a quello che comporti il totale consumo della capacità di riserva e dunque comunque sarebbe necessario prevedere fonti alternative di erogazione. Queste proposte sono alternative ma congruenti: il monitoraggio potrebbe essere utile pure durante i lavori di separazione. Dei potabilizzatori già si è detto, ma per quanto concerne la fisica separazione con la falda, in occasione del Workshop del 6 novembre in Consiglio Regionale, lArch. Sorgi, RUP del Commissario Corsini, ha illustrato come la messa a norma del Tunnel debba prevedere unimpermeabilizzazione necessaria a contenere allinterno della galleria qualsiasi sostanza che per incidente o per altra qualsiasi causa dovesse sversarsi nel tunnel. Così, evidentemente, gran parte della separazione già è obbligatoria ed i lavori previsti e finanziati.
2. Unificazione della governance. Propongo, come ormai è voce comune, la nomina di un unico Commissario che integri i lavori per la sicurezza autostradale e idrica. Questo soggetto dovrebbe sviluppare un unico quadro esigenziale e un unico documento di alternative progettuali, razionalizzando risorse economiche e interventi.
3. Interrompere in autotutela i contratti già stipulati per procedere alla definizione di proposte alternative da sottoporre al dibattito pubblico e che mettano insieme tutte le esigenze per la gestione in sicurezza del sistema.
4. Informare il pubblico sulle conseguenze dei potabilizzatori, essi una volta costruiti non possono stare fermi, quindi considerando che lacqua potabile derivante dai trattamenti non può eguagliare in qualità quella dellacquifero, l’immissione di questa nel sistema inevitabilmente diminuisce la qualità globale dell’acqua.
5. Gestione del traffico: nel progetto siano previsti tutti i lavori necessari a consentire a norma la continuità del traffico utilizzando il doppio senso di marcia nel tunnel prevedendo i lavori nelle due canne in tempi successivi. Il sistema del semaforo si è dimostrato non essereaccettato dallopinione pubblica e linevitabile dissenso impedirebbe sia i lavori stessi sia il confronto continuo tra la società civile e la struttura commissariale, necessario per la gestione futura.    

Un unico Commissario e un unico progetto definito dopo il confronto pubblico rappresentano la via maestra per una gestione sostenibile e condivisa. Interrompere le attività attuali, che non tengono conto di questa esigenza complessiva, è indispensabile per raggiungere una soluzione definitiva.

Giorgio Morelli