Si apre con un quasi colpo di scena, il processo per tentato omicidio che vede imputato Alberto Garzarelli (foto), 56enne ex tabaccaio di Nereto, che il 22 maggio prima sparò contro il consigliere provinciale Luciano Giansante, ferendolo di striscio a una gamba, poi rientrò a casa e si barricò nell'appartamento lanciando benzina contro due carabinieri, perché diceva di voler essere arrestato dalla Polizia. Il colpo di scena è nel fatto che il magistrato, Roberto Veneziano, ha accolto la richiesta di “giudizio abbreviato condizionato”, avanzata dal legale dell’imputato, l’avvocato Florindo Tribotti, e ha disposto il trasferimento di Garzarelli ai domiciliari, in una comunità di Spoleto. Il giudizio abbreviato, infatti, è condizionato all’esito di una perizia, sulla capacità di intendere e di volere, sulle “condizioni psicotiche e sui canali di espressioni del suo volere”, che è stata affidata allo psichiatra giuliese Giuseppe Cimini. Una decisione, quella del tasferimento in comunità, che è stata fortemente contestata dal legale di Giansante, l’avvocata Gloria Ciabattoni, che ovviamente teme che l’uomo possa avere una certa facilità di allontanarsi e nel reiterare il delitto. Un timore, va detto, condiviso anche da alcuni altri esponenti politici vibratiani e da altre persone, che avevano avuto dissapori col Garzarelli, il quale, peraltro, non nascondeva le sue difficoltà relazionali con molti dei suoi concittadini, tanto che aveva anche presentato denunce ed esposti, anche contro Giansante, benché lo stesso Giansante abbia negato di aver mai avuto discussioni di sorta. Decisiva sarà, a questo punto, la perizia richiesta dal giudice, sulla base della quale poi si definirà l’iter processuale. Prossima udienza 26 febbraio.