"Sono ore molto di angoscia", oltre che di attesa, per Santarcangelo di Romagna, borgo del Riminese dove risiedono i due alpinisti dispersi da ieri sul Gran Sasso: si tratta di due amici, Luca Perazzini, 42 anni, e Cristian Gualdi, 48 anni. Lo dice all'ANSA il sindaco di Santarcangelo, Filippo Sacchetti, che esprime alle famiglie tutta la vicinanza della comunità.
"Continuiamo ad aspettare e a sperare", afferma il sindaco, che ha provato anche a chiamare le famiglie, giunte in Abruzzo, ma senza esito in queste ore così delicate in cui non è chiaro
quando i soccorsi potranno rimettersi in marcia. "Luca e Cristian abitavano anche vicino", in una frazione del comune del Riminese, "condividevano sicuramente la passione per l'alpinismo". "So che fino a un certo punto i loro telefoni sono stati raggiungibili, poi da ieri pomeriggio più nulla".
Luca Perazzini è un elettricista dipendente della Nuova Cei. Cristian Gualdi è titolare di una ditta di infissi a Savignano. Il 2024 è stato un 'annus horribilis' per gli incidenti in montagna in Abruzzo. Tra escursionisti, turisti e cercatori di funghi il bilancio è di 10 morti e 2 dispersi.
Le ricerche di Luca Perazzini e Cristian Gualdi, i due escursionisti bloccati sul Gran Sasso a seguito di un incidente, sono state interrotte domenica pomeriggio causa maltempo. Da allora dei due scalatori non si sa più nulla. Dopo essere scivolati in un canalone a 2.700 metri di altezza hanno dato l’allarme riuscendo a farsi localizzare, poi le comunicazioni si sono interrotte. I due escursionisti, scivolati verso la Valle dell'Inferno mentre scendevano dalla Direttissima del Corno Grande, hanno passato la notte all'addiaccio, con temperature che hanno toccato anche i -20 gradi centigradi. Rischiano di morire di freddo.
Sarebbero a circa 20 metri l'uno dall'altro, non si vedono ma riescono a sentirsi, queste le ultime notizie date ai soccorritori. Avrebbero un abbigliamento e un'attrezzatura adatti alle condizioni meteo ma il rischio ipotermia è concreto. Nell'ultimo contatto coi soccorritori uno degli alpinisti "aveva serie difficoltà di parola" e secondo gli esperti del Soccorso Alpino questo rappresenta un chiaro segnale di assideramento.