Preg.mo Signor Presidente della Repubblica, Preg. mo Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,
continua lo stillicidio degli incidenti in montagna, ultimo dei quali è la notizia dei due escursionisti dispersi sul Gran Sasso in Abruzzo in data 21 dicembre 2024.
Il Governo ha già manifestato - all'esito del tragico incidente occorso alla promessa dello sci azzurro Matilde Lorenzi in data 28 ottobre 2024, l'intenzione di adottare apposita decretazione volta a migliorare la sicurezza nello svolgimento degli sport invernali e degli impianti da sci.
A tale proposito, mi permetto di avanzare modeste proposte sul medesimo tema della sicurezza, tenuto conto che le vigenti normative concernenti gli sport invernali già prevedono accortezze e presidi a tutela degli atleti e degli appassionati.
Ciò che però non è ancora normato, e necessita di urgente intervento del Legislatore, è il novero delle altre attività, sportive o meno, che vengono svolte da tutti i frequentatori della montagna in tutte le stagioni dell'anno.
Sono convinto che si debba istituire una specifica deterrenza finalizzata a scoraggiare chi si avventuri in quota senza le necessarie preparazioni fisica, tecnica e mentale, oltre che in assenza di adeguati abbigliamento e attrezzatura tecnica, con l'evidente obiettivo di salvare vite umane.
Da autorevoli fonti, si invoca plurimamente l'adozione di una specifica legge capace di arginare l'impennata dei sinistri che purtroppo si verificano in montagna.
Attualmente, infatti, non esiste una normativa che sancisca regole generali per la sicurezza degli alpinisti, degli escursionisti, degli scialpinisti, dei ciaspolatori, dei cercatori di funghi e, più in generale, per chiunque pratichi sport di avventura ed escursioni naturalistiche (dilettantesche e non).
Parrebbe opportuno, in ipotesi, modificare il Decreto Legislativo n. 40 del 28.02.2021 in materia di sicurezza nelle discipline sportive invernali, estendendolo all'alpinismo, all'escursionismo, allo scialpinismo, al torrentismo e a chi pratica mountain bike e, in generale, gli sport di avventura.
Pertanto, le regole e prescrizioni già vigenti per le attività sulle piste da sci statuite dal predetto decreto legislativo, dovrebbero essere estese anche a tutte le attività sopra menzionate, stabilendo limiti e presidi stringenti che tutelino - in ottica di prevenzione - le sbadatezze e le imprudenze che ogni giorno vengono registrate dalle cronache.
A titolo di esempio, limitandomi al solo Gran Sasso d'Italia (essendo lo scrivente abruzzese), sussistono ad oggi ben 4 dispersi avventuratisi sulle montagne abruzzesi (dei quali tre escursionisti ed un cercatore di funghi) negli ultimi tre mesi.
Una soluzione legislativa, per ovviare a tale lacuna normativa, potrebbe essere quella dell'obbligo di stipula di apposita polizza assicurativa, con formule contrattuali specificamente dedicate.
Altra ipotesi, cumulativa e non alternativa alla precedente, per accrescere la deterrenza nei confronti delle persone poco avvedute o spericolate, potrebbe essere l'istituzione del rimborso obbligatorio
- a carico del cittadino che si trovi in situazioni emergenziali - delle spese pubbliche correlate alle operazioni di salvataggio in montagna, ivi comprese quelle effettuate sulle piste da sci (come già avviene in Francia, Austria e Slovenia).
Segnalo come un solo minuto di volo di un elicottero medicalizzato possa arrivare ad aver un costo di circa 300 euro, trattandosi di attività di soccorso particolarmente onerosa e (alla situazione odierna) del tutto gratuita per il soggetto imprudente o sfortunato che richieda l'intervento medesimo, tranne il caso di poche Regioni più oculate (ad esempio la Val d'Aosta, il Trentino Alto Adige, il Veneto, il Piemonte e la Lombardia).
PAOLO DE LUCA