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Non hanno ancora lasciato l'Abruzzo per far rientro nella loro terra, l'Emilia Romagna, i corpi dei due alpinisti Cristian Gualdi e a Luca Perazzini di Santarcangelo recuperati venerdì nella Valle dell'Inferno dov'erano finiti, domenica scorsa, dopo essere scivolati mentre attraversavano la via Direttissima del Corno Grande nel versante teramano del Gran Sasso. Lo rende noto, oggi, il Messaggero Abruzzo che spiega: "Ad impedire alle due bare di poter ripartire dall'obitorio dell'ospedale di Teramo c'è la burocrazia. Dal Comune di Pietracamela, manca, infatti, l'autorizzazione per il trasporto delle salme, dopo che la Procura ha subito rilasciato il nulla osta per la sepoltura e anche tutte le altre documentazioni sono state preparate. Solo domattina potranno essere rilasciate le pratiche, visto che il Comune del Sindaco Villani non ha un servizio di reperibilità, né ha pensato ad un'eccezione per rilasciare i documenti.
Perché Pietracamela? Se lo sono chiesti in tanti, visto che la zona della tragedia, la Valle dell'Inferno, è in realtà nel Comune di Isola. La competenza è di Pietracamela perché così ha indicato il magistrato nei propri atti, forse perché in un primo momento sembrava che il ritrovamento dei due sfortunati alpinisti fosse avvenuto già nel territorio pretarolo.
Solo domattina, si potrà fare e quindi partiranno martedì per la Romagna, mentre i funerali sono stati fissati per il 2 gennaio, in orari separati come hanno deciso i familiari: quello di Cristian nella chiesa della Collegiata a Santarcangelo, quello di Luca nella frazione di San Vito dove lui si era trasferito da non molto tempo".
I due alpinisti sono morti per ipotermia e non peri traumi riportati nell'improvviso scivolamento nella Valle dell'Inferno a quota 2.700 sotto la parete est del Gran Sasso. Lo ha stabilito attraverso una ricognizione cadaverica, l'anatomo-patologo della Asl di Teramo, Giuseppe Sciarra, dopo il recupero dei corpi dei due escursionisti, con quello più giovane che presentava soltanto delle escoriazioni evidenti al volto e ad un fianco. Fatale per i due alpinisti è stata la bufera con calo drastico della temperatura quando è scattato l'allarme. Una morte che verosimilmente potrebbe essere sopraggiunta la sera stessa del 22 dicembre, quando nella zona il vento aveva raggiunto i 100 chilometri orari. Lo stesso abbigliamento dei due alpinisti è risultato troppo leggero da permettere loro in ogni caso di superare la notte esposti alla tempesta.

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