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Maialix
Sono impressionato. Lo confesso. Sono impressionato. Sapevo che la classe politica abruzzese, e quella teramana in particolare fosse di una ignoranza abissale, ma davvero non credevo fino a questo punto. E invece ho scoperto che è una ignoranza senza fondo. Che non ha limiti, non ha fondo. Un consigliere regionale, non importa se di maggioranza o di minoranza, prende la parola e denuncia che gli è pervenuto un per una manifestazione e che sull’invito c’è, niente meno, un maiale. Che pessimo gusto aver messo un maiale, e con gli occhiali poi… E’ un consigliere che non sa. Non sa nulla. Non sa nulla di Pigro, non sa nulla di Ivan Graziani, non sa nulla di Teramo. E’ di Corropoli e viene il dubbio che non sappia niente di Corropoli. Mi chiedo: dove vive? Che fa? Di che si occupa? Di che si interessa? Ascolta musica? La conosce? Legge? Sa leggere? Sa scrivere? Non si rende conto della pessima figura che ha fatto? Da sprofondarsi senza avere più il coraggio di mostrare la sua faccia, altro che la faccia del maiale che lo ha tanto sconvolto. Che consigliere è un consigliere, anzi un assessore che non vive il nostro tempo, il suo tempo? Che non ha la cultura di base, che è la cultura del suo tempo. Forse è un tale che passa la sua vita solo a procurarsi i voti che gli servono per essere rieletto, contando sull’ignoranza di chi lo vota e ci chi lo elegge. Perché come si fa a votare e far eleggere uno che non sa nulla del maiale con gli occhiali del teramano Ivan Graziani? Che giornali legge? Che libri legge? Di che si interessa? Sono sconvolto, mi si creda. Sarebbe stato meglio che avesse detto il famoso Carneade chi era costui. La domanda rimbalza, perché pare che dalla sua meravigliata sorpresa gli altri abbiano tratto motivo per un ritiro di un finanziamento. Gli altri sapevano? Sapevano che lui non sapeva? Che non sapeva che cosa era quel maiale che lo aveva sconvolto? O anche loro non sapevano? L’ignoranza appiccica, l’ignoranza puzza, più di una scarica… e la puzza la sento fin qui, fino a qui dove sto io, a bocca aperta nel sentire confessata davanti a tutti, davanti ad un microfono, la propria ignoranza. Ma non si vergogna? Pare che il tale si chiami De Annuntiis e che sia un fratello d’Italia. Ecco, meno male, ora è ancora più chiara la differenza che passa tra un De Annuntiis e un d’Annunzio, tra un fratello e un fratellastro. La differenza che passa tra uno che sa e uno che non sa. Uno che vede un maiale e pensa che sia solo un maiale., niente altro che un maiale, a cui non servono gli occhiali perché non sa leggere. Perché, lui, lui sì, lui credere di saper leggere. Lo crede, anche se forse dovrebbe darne la prova, perché se, quando vede un maiale, crede di vedere solo un maiale, non sta messo tanto bene…

Elso Simone Serpentini