Quattro ore di discussione per arrivare al primo voto di Consiglio avvitatosi (anche troppo) sulla ricognizione delle partecipate. Quasi quattro ore di discussione, poi voto scontato: 19 a favore e 11 contrari, quindi si passa ad una variazione di bilancio e poi alla soglia minima retributiva per i lavoratori di appalti e subappalti del Comune di Teramo. Una proposta, quest’ultima del PD, per fissare a 9 euro minimi la retribuzione oraria di chiunque lavori in ditte impegnate in appalti o subappalti del Comune, sempre che ovviamente non prendano di più. Tema nazionale, che ha scatenato un breve dibattito anche vagamente ideologico, tra maggioranza e minoranza, anche perché un po’ sproporzionato per le assise comunali. Non posso non citare il consigliere pentastellato Calandrini, che regala una perla di fantapolitica, vantando l’impegno del Movimento da dieci anni su questo tema, e accusando i Melones di non averlo voluto approvare. Se Conte non fosse stato presidente del Consiglio, la cosa non farebbe ridere… come giustamente sottolinea la consigliera Marroni. Tornando al locale, l’iniziativa comunale è apprezzabile ed è bene che il Comune l’abbia approvato (con il voto favorevole di Azione e l’astensione della Marroni), così come hanno fatto tanti altri Comuni italiani. È giusto, anche se 9 euro lordi minimi sono comunque poca cosa.
Questo è il testo della mozione
Il Consiglio comunale di Teramo ha approvato l'ordine del giorno sul salario minimo proposto dal Partito Democratico, uno strumento importante per garantire ai lavoratori dignità salariale.
In Italia la situazione è allarmante. Chi sta pagando davvero la grande inflazione degli ultimi anni sono i lavoratori: l’Istat ci dice che tra gennaio 2021 e dicembre 2023 i prezzi al consumo sono aumentati del 17,3% mentre le retribuzioni contrattuali sono cresciute solo del 4,7%. Lo scorso anno le famiglie dei lavoratori dipendenti in povertà assoluta sono cresciute al 9,15%. Oltre 3 milioni e mezzo di persone lavorano con un minimo contrattuale inferiore a 9 euro lordi all’ora. In tutti i paesi dove esiste, il salario minimo legale ha avuto un ruolo cruciale nel difendere i salari dall’inflazione. Ha avuto anche l’effetto di ridurre il gap di genere, per colpa del quale le donne ricevono salari più bassi rispetto agli uomini. L’assenza di un salario minimo non solo espone i lavoratori a salari ingiustamente bassi ma contribuisce anche a un fenomeno di “contrattazione malata”, dove le condizioni di lavoro e i salari vengono negoziati in modo inefficace e spesso a svantaggio dei lavoratori stessi. Di conseguenza, la disparità salariale persiste e si aggrava, rendendo urgente un intervento. Nonostante ciò l’attuale maggioranza di governo si oppone ad ogni proposta legislativa di questo tipo avanzata dalle opposizioni. Abbiamo voluto quindi, come Partito Democratico sopperire a questa mancanza avanzando una proposta al Consiglio Comunale di Teramo. Il principio stabilito è estremamente semplice: per lavorare ad un appalto o ad un subappalto del Comune di Teramo, l’azienda, deve assicurare una retribuzione non inferiore a nove euro l’ora ai propri dipendenti.
Luca Pilotti Capogruppo PD in Consiglio comunale (foto)
Jacopo Di Michele Segretario GD Teramo
Pamela Roncone Segretaria PD Teramo