SAN BERARDO–Ehi…dùhuacrite de jì? Lascessascopeevàttene…
BEFANA–E tu chi saresti? Si può sapere?
SAN BERARDO–E ‘nze capisce da lu mantelle? Jesò San Bradde, prutettòre de sta città. E mo’ vite de jèrtene..
BEFANA–Io non me ne vado proprio per niente… Vado a Teramo, i teramani mi stanno aspettando.
SAN BERARDO–Ma quande mai? A Tèrme n’de sta ‘spettànisciùne…
BEFANA – Intanto parla in italiano. Altrimenti non ti capisco. E poi che te ne sai tu? Mi stanno aspettando i teramani, mi aspettano ogni anno. E non ce ne sta uno che non appenda la calza per farmi mettere il regalo che hanno chiesto.
SAN BERARDO– Scì, e tu li ‘mbapùcchje ùgne anne. Je la fiìcradte che jefì li rehìle e dapù ‘ngni li fi.
BEFANA – Parla in italiano, ho detto. Non ho capito nulla.
SAN BERARDO – Tu li imbrogli ogni anno. Gli fai credere che gli fai i regali, ma non glieli fai. Solo cenere e carbone.
BEFANA–Allora come mai i teramani credono sempre in me? Non lo sai che credono alla Befana più che a chiunque altro, te compreso?
SAN BERARDO – Purtroppo che i teramani credono alla Befana, lo so. Ma quest’anno basta. Non te la faccio passare.
BEFANA –Ah ah. Mi ci viene da ridere. I teramani che non credono più alla Befana? Non sia mai. Alla Befana ci hanno sempre creduto, ci credono e ci crederanno ancora per molto tempo.
SAN BERARDO – Da quest’anno non sarà più così. Ormai hanno capito. Non credono più alle promesse di regali. Non credono più nemmeno al sindaco…
BEFANA – Beh. Non credere più al sindaco è facile, ma non credere alla Befana per loro non è così facile, anzi, è impossibile. E continueranno a crederci.
SAN BERARDO – Nei momenti difficili sono stato io che li ho salvati. Dal colera, dalla cacarella, da luterremote, da li Acquavive, che se nn’aereje che li faciàvescappà, s’impadunàve de la città.
BEFANA – Sì, ogni volta con un miracolo. Ma da quanto tempo è che non gli fai un miracolo. Io lo so che il Padre Eterno ti ha proibito di fare i miracoli per i teramani, perché non se lo meritano.
SAN BERARDO – Non sei bene informata.
BEFANA – Allora perché non glielo fai un miracolo, visto che sia tu che loro sapete che solo un miracolo ormai li può salvare?
SAN BERARDO – E chi te lo ha detto che io ‘nnustinghe a preparà?
BEFANA – Sì… li voglio vedere i tuoi preparativi. Dovrebbe essere un miracolo grosso assai e nemmeno tu ci credi. E nemmeno loro. Per questo credono più a me che a te. Hanno preparato ognuno la bella calza da appendere ai termosifoni, visto che ormai i camini ce l’hanno in pochi.
SAN BERARDO – Si sa quanto durano i regali della Befana…nemmeno ventiquattro ore.
BEFANA – Sempre più delle promesse elettorali di Cavallari.
SAN BERARDO – Hai scelto un paragone troppo facile.
BEFANA – Sempre più delle buche ricoperte con il catrame da quattro soldi.
SAN BERARDO – Anche quello è un paragone troppo facile.
BEFANA – Basta. Devi arrenderti. Da tanto tempo i teramani vogliono più bene a me che a te. Nei tuoi miracoli ormai non ci sperano più, invece nei miei regali ancora ci credono. E ogni anno mi aspettano con grande trepidazione.
SAN BERARDO –E tu gli regali i papocchi, sogni destinati a infrangersi, cose di poco senso e di poca durata.
BEFANA – Se continuano a credere in me e a chiedermi regali, vuol dire che quelli che gli faccio gli vanno bene e ne sono contenti. Quest’anno hanno battuto ogni record. Me ne hanno chiesti di ogni tipo.
SAN BERARDO – Devo ammettere che sono rimasti solo loro a credere così tanto a te e ai tuoi regali.
BEFANA – Lo vedi? Allora, sei tu che devi smammare. I miracoli non li puoi fare, ma io i regali sì. E a loro va bene. Non lo hai visto che dei miei regali sono sempre contenti? Si accontentano sempre. Invece i tuoi miracoli non gli bastavano mai.
SAN BERARDO – Lo sai che certi problemi che hanno non li possono risolvere che con dei miracoli, altro che con i regali della Befana.
BEFANA – Ah, ah. Si vede che non li conosci bene. O non li conosci più. Se credono al presidente della provincia, al prefetto e al sindaco su quello che dicono per riaprire il Delfico, figurati se ancora di più non credono a me. Dentro la calza gli farò trovare un bel liceo Delfico nuovo nuovo, nuovo di zecca, e anche un bell’ospedale nuovo, e una nuova autostrada e nuovi palazzi e nuovi parcheggi e nuove piste ciclabili e nuove fontane luminose. Saranno tutti contenti e mi batteranno le mani. E a te va a finire che non ti faranno più nemmeno la festa il 19 dicembre. Anzi, già te la fanno così così, a metà.
SAN BERARDO – Vai via, brutta scredìbble…
BEFANA – Stammi bene, Berarduccio. Fattela pure tu una scopa, queste elettriche di adesso sono una meraviglia. E non ci vuole nemmeno troppo tempo a ricaricarle.
Elso Simone Serpentini