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WhatsApp_Image_2025-01-11_at_14.27.22.jpegFabiana non era una tossicodipendente. Era una donna che faceva volontariato, che vantava una stretta amicizia con i frati della Madonna dello Splendore. Era una figlia partecipe della vita familiare. Ma era fragile. Tanto fragile dall’essere caduta vittima di qualcuno, che non ha avuto rispetto di lei, né in vita né dopo la morte. Qualcuno che, nei primi giorni di quest’anno, subito dopo quel 2 gennaio nel quale, per l’ultima volta, aveva parlato con la madre, ha portato Fabiana all’inferno, prima offrendole droga (cocaina e cannabis come accertato dall’autopsia) in quantità che lei certo - disoccupata - non avrebbe mai comprato da sola, fino a farla morire d’infarto; poi non chiamando i soccorsi quando si è sentita male, infine portando il suo corpo nudo in via Cavoni, per darle fuoco. Di questo, lunedì prossimo, vuole parlare la famiglia di Fabiana, convocando una conferenza stampa nell’abitazione giuliese dei Piccioni, perché quello che è stato descritto da qualche testata e - soprattutto - raccontato in tv in qualche diretta nazionale, è un ritratto sbagliato di Fabiana, che non è una tossica perduta uccisa da un’overdose, ma una donna normale, sconfitta da un destino terribile. La famiglia, letteralmente assediata dalla stampa, ha deciso di incontrare i giornalisti e raccontare chi era la vera Fabiana. E non solo, perché probabilmente i genitori chiederanno anche se e quando verrà sentito l’uomo che la stessa famiglia, già nella denuncia di scomparsa, indicava come persona a conoscenza delle ultime ore di Fabiana. Quello stesso uomo che avrebbe riferito di averla vista l’ultima volta il 28 dicembre, mentre Fabiana stessa raccontava il 2 gennaio di aver passato il Capodanno con lui. Intanto, si attende la restituzione del corpo alla famiglia, per poter fissare i funerali, anche se per ora è ancora a disposizione della magistratura, per eventuali altri accertamenti.