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COME – Se la finissi di darti tutta questa importanza… sarebbe bene per tutti.
PERCHÉ – Io non mi do importanza. Io sono importante.
COME – E si capisce… . Quanto è importante lui…
PERCHÉ – È inutile che fai l’ironico. Io sono importante. Lo diceva anche Aristotele.
COME – Che cosa diceva?
PERCHÉ – Diceva che la vera conoscenza la si ha quando si conoscono le cause. E le cause si conoscono chiedendosi il perché di una cosa.
COME – Ah ah… A che serve conoscere una cosa se poi non si sa cosa fare e come farla? Poniamo che hai un problema. Non lo si risolve solo sapendo il perché è sorto e non come lo si risolve. Quindi sono più importante io.
PERCHÉ – Ma non si sa come risolverlo, se non se ne conosce la causa. “Scire per causas”.
COME – Ti sbagli, lo si risolve sapendo come risolverlo e quindi sono più importante io.
PERCHÉ – Ma è la conoscenza del perché che porta ad individuare il come di una soluzione.
COME – Facciamo un esempio concreto. Così lo capisci meglio. Mettiamo la questione del Liceo Delfico a Teramo. A se che servi tu? Sapere il perché è stato chiuso a che serve, se non si sa come risolvere il problema della sua chiusura?
PERCHÉ – Ah ah. Mi ci viene da ridere. Sarà per questo che tutti a Teramo si affannano a cercare come risolverlo senza chiedersi perché è stato chiuso?
COME – E fanno bene. È più importante sapere come fare per risolvere il problema che sapere perché è stato chiuso.
PERCHÈ – Ma non capisci che, se non si sa bene perché è stato chiuso, non si sa risolvere il problema in modo che non si ripresenti ancora?
COME – Si sa, si sa. E infatti a Teramo gli uomini del come stanno correndo ai ripari, hanno esaminato le soluzioni, hanno scelto un’area per un liceo Delfico nuovo nuovo. Non sono rimasti a chiedersi inutilmente perché è stato chiuso.
PERCHÈ – Bell’esempio hai fatto. Infatti i tuoi uomini del come, senza chiedersi il perché, sono andati a sbattere. Hanno scelto un’area che è stata subito contestata dagli uomini del perché.
COME – Sì, gli uomini che fanno perdere tempo. Vogliono che tutti continuino a chiedersi perché senza darsi da fare per il come.
PERCHÈ – A furia di pensare al come e non al perché delle cose si fanno i gatti ciechi, si fanno le cose senza pensare alle conseguenze. E giustamente gli uomini del perché invitano alla riflessione. Gli errori del passato insegnano tante cose.
COME – Gli uomini del come procederanno spediti, superando tutti gli ostacoli frapposti dagli uomini del perché.
PERCHÈ – Sì… Senza calcolare prescrizioni, leggi, regolamenti, precedenti che dovrebbero insegnare tante cose.
COME – Travolgeranno tutto e andranno spediti, raggiungendo l’obiettivo e risolvendo il problema.
PERCHÈ – Crederanno di aver risolto il problema, ma, in realtà, ne avranno creato tanti altri di problemi.
COME – E ogni problema si saprà come risolverlo.
PERCHÈ – E intanto resterà il problema del Delfico chiuso. Che fare? Aggiustarlo? Lasciarlo cadere? A che serve chiedersi come aggiustarlo, se non si saprà perché aggiustarlo? E perché lasciarlo cadere, se non si saprà perché e se non si sa che lasciarlo cadere provocherà altri problemi?
COME – Si troverà il modo di come risolverli.
PERCHÈ – Non si saprà come risolverli, se non si saprà perché risolverli.
COME – La fai troppo difficile. Il gioco dei perché è dei bambini.
PERCHÈ – Il gioco dei come, invece, è degli ignoranti. Di quelli che sanno come fare una cosa, ma non perché la fanno.
COME – Giochi di parole i tuoi.
PERCHÈ – Tutt’altro, i tuoi sono giochi di parole. Finte soluzioni per problemi veri. Sapere come e non sapere perché non è un vero sapere. Finto sapere è.
COME – Aridagli. Lascia fare a chi sa come fare.
PERCHÈ – Mi fido di più di quelli che sanno perché fanno una cosa rispetto a quelli che sanno, anzi credono di sapere, come fare una cosa, ma non perché la fanno.
COME – Vai via. Allontanati. Stanno arrivando le ruspe del come e travolgeranno tutti i perché.
PERCHÈ – Ah… è vero. Dimenticavo che gli uomini del come traggono utili dalle ruspe del come e non dalle carriole del perché.
Elso Simone Serpentini