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"Il carcere è l’inferno in terra..." A dirlo è chi di carceri ne ha viste più di una in Italia, incluso Castrogno. A scriverlo in una lettera aperta è Davide Rosci, leader di Azione Antifascista Teramo. E lo fa sviscerando episodi avvenuti all'interno del penitenziario teramano e denunciando come il diritto allo studio, in realtà, non sarebbe garantito per i detenuti. A lui, anzi, è stato negato. E così adesso Rosci riconsegna la sua carta d'identità e chiede la revoca della propria cittadinanza italiana. "Il sogno si è infranto e veramente non so più cosa pensare perché oggi, la corte d’Appello di Roma, quella delle assoluzioni del caso Cucchi, a firma di quel giudice che mi ha condannato a 9 anni grazie ad un reato fascista, ha rigettato l’istanza. E’ veramente scandaloso che mi venga negato il diritto allo studio e questo lo è due volte di più se si pensa che l’art.21 della Costituzione recita a chiare lettere che la detenzione debba tendere al reinserimento del detenuto nella società. E quale miglior mezzo se non quello dello studio per raggiungere tale obbiettivo?", scrive Davide. L'istanza Rosci l'aveva inoltrata all'indomani della presentazione del progetto pubblicizzato in estate dal Rettore Luciano D’Amico circa "la futura nascita di un polo Universitario a Castrogno, e ciò grazie alla convenzione tra l’Università di Teramo e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Devo dire che purtroppo ad oggi la cosa è attiva solo sulla carta", denuncia Rosci. E ricorda: "Subito mi interessai e feci mandare una mail all’Università per chiedere se anche chi era ai domiciliari rientrasse nel progetto e successivamente venni contattato dalla responsabile della convenzione e la risposta fu affermativa. Ero felicissimo di questa opportunità perché iscrivendomi anche io avrei potuto usufruire di “tutte” le agevolazioni che venivano citate durante la conferenza stampa e quindi avrei potuto ultimare i miei studi iniziati anni addietro conseguendo la laurea Magistrale in Economia Bancaria. Inoltre, aspetto di non poca importanza, avrei potuto anche inoltrare la richiesta di frequentare le lezioni appellandomi al diritto allo studio che, come è noto, è costituzionalmente riconosciuto". E invece no, la sua istanza è stata rigettata proprio oggi dalla Corte d'Appello. "Sono quasi tre anni che mi hanno tolto la libertà grazie ad un reato datato 1930 e sono quasi tre anni che vedo ingiustizie da ogni parte pur non essendo condannato in via definitiva. Visto che questo a mio avviso è un modo di fare antidemocratico, visto che mi vengono applicate leggi fasciste, visto che da detenuto sono stato trattato peggio di come Mussolini trattava i detenuti politici e visto che mi vengono negati i più elementari dei diritti ho deciso di riconsegnare la mia carta d’identità e chiedere la revoca della cittadinanza italiana al Presidente della Repubblica perché non voglio più essere cittadino di uno stato come il nostro che con i deboli si vendica in maniera spudorata mentre contro i forti lascia che i processi vadano in prescrizione, vedi i 3000 morti del caso Eternin, o peggio ancora che si autoassolva come per l’omicidio Cucchi e il Terremoto dell’Aquila. A tutto c’è un limite! Altro che la giustizia è uguale per tutti…", conclude duramente Rosci nella sua lettera aperta. carcere_teramo_castrogno