Ha 16 anni, sta andando a scuola, in un istituto superiore di Teramo città e, quando le si avvicina l’auto, riconosce subito alla guida il padre di una sua compagna di classe, anzi: di più, una sua amica. Una che frequenta, della quale conosce anche i familiari. Anche quel padre, che intanto ha abbassato il finestrino e le chiede di avvicinarsi. Lei lo fa, tranquilla, ma quando si avvicina, in un attimo si costruisce il suo incubo peggiore: l’uomo, un quarantenne impiegato teramano, cerca di baciarla sulle labbra, avvicinandola con un braccio. La ragazza evita le labbra dell’uomo, si ritrae e si allontana sconvolta. Trema, quando arriva in classe, ma racconta tutto ad una compagna e poi, insieme, lo dicono alla figlia del “baciatore”. Lei, turbatissima ma lucida, pur trattandosi del padre, suggerisce all’amica di mandare un messaggio all’uomo, chiedendogli perché di quel gesto. Lo fa, scrive: «Perché hai cercato di baciarmi?», lui risponde: «E’ stato un errore, scusa…». E’ la prova del fatto. Quella stessa prova che la figlia mostrerà poi alla madre, separata dall’uomo già da alcuni anni e, da quel momento alla denuncia il passo è breve. Ieri è cominciato il processo, il quarantenne è accusato di tentata violenza sessuale.