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domenicobucciarelli2Recentemente, nel corso di un congresso provinciale di un partito, si è approfonditamente argomentato sullo squilibrio esistente tra turismo balneare e montano in provincia di Teramo. Secondo l’opinione prevalente questo è uno dei temi da cui dipende il possibile sviluppo economico del nostro territorio provinciale, che attualmente soffre l’accentuarsi delle disparità socio-economiche delle due aree. Preliminarmente sono del parere che dal successo dell’attività turistica dell’una area dipenda anche quello possibile ed attribuibile all’altra. Conseguentemente, occorre considerare le vocazioni turistiche dei territori come complementari, ripudiando ogni contrapposizione strumentale.
In provincia di Teramo, con un viaggio si potrebbero vivere più vacanze, passando in poche ore da un tuffo nell’acqua, ad una visita archeologica culturale nella citta capoluogo, ad una passeggiata tra i boschi e ruscelli. In poche ore si potrebbero vivere ed amare la montagna, il mare, i nostri borghi e le città. Ritengo che codeste condizioni territoriali di favore debbono essere fatte proprie per attivare azioni positive di sviluppo turistico. Purtroppo abbiamo stazioni turistiche innevate con impianti fermi, sentieri montani e collinari non più frequentabili per assenza di manutenzione, paesi di montagna desertificati, luoghi ecologicamente di rilievo sconosciuti e tanto altro.
Cosa fare? Occorre attivare un’azione politica che interessi soprattutto le comunità locali, stimolata dalle associazioni civiche rimaste (Comitati e Pro Loco). Che si riaprano gli impianti sciistici di Prati di Tivo e di Prato Selva. Che si intervenga immediatamente con provvedimenti agevolativi fiscali e contributivi a favore dei residenti così da arrestare il diffuso fenomeno dell’emigrazione verso aree più fortunate. Che si promuovino sin dalla prossima estate dei pacchetti turistici mare/monti, così da poter offrire momenti di svago ai tanti visitatori che affollano la costa balneare. Che si organizzino e si attivino eventi stagionali culturali diffusamente pubblicizzati. Che si prospetti la possibilità di un prolungamento e di un raddoppio della ferrovia Giulianova/Teramo fino a Montorio Al Vomano. Ed altro.
Occorre con urgenza rimuovere le sopite coscienze delle amministrazioni pubbliche a ciò delegate. Codeste riflessioni vogliono essere un appello e nel contempo un richiamo alle reciproche responsabilità delle preposte istituzioni, sapendo che sul tema trattato si è in grave ritardo e che occorre compiere azioni concrete, pena la totale desertificazione del nostro incantevole territorio montano e della perdita del ruolo di Teramo, quale capoluogo di provincia.


Domenico Bucciarelli