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calciopalloniVittoria di misura, ieri, dei biancorossi contro l’ultima in classifica Fermana. I canarini marchigiani hanno impostato una gara finalizzata solo alla difesa, senza mai accettare – o solo in qualche sparuta occasione – di giocare a viso aperto. 

Per il Teramo, non è stato facile, quindi, sbloccare il risultato, anche in considerazione della stitichezza degli avanti offensivi. 

La partita, infatti, è stata decisa, ancora una volta, da un centrocampista – difensivo, cioè Pietrantonio che, unitamente al solito Pavone, è stato l’unico biancorosso a disputare una gara molto positiva. 

Una vittoria importante che proietta il Teramo al secondo posto della classifica generale, a nove punti dalla capolista Samb, che ha già un piede in serie C. 

A sette gare dalla fine della stagione, alla Samb basteranno 13 punti su 21, se il Teramo le vincesse tutte fino alla fine. 

Un vero peccato, considerato che sarebbe bastato poco per giocarsi la promozione in serie C: un attaccante che segna e un difensore centrale di alto livello. Insisto sul punto. Basta leggere il tabellino del girone. La Samb ha realizzato 11 reti in più del Teramo e ne ha subìti 8 in meno dei biancorossi. 

Dire che sarebbe bastato poco è, evidentemente, un eufemismo. La società Città di Teramo ha fatto già molto in questa stagione, presentandosi ai nastri di partenza con una buona rosa. Per fare calcio nei professionisti, occorrono tanti fattori. Il mondo del pallone è cambiato negli anni. Ora, sono necessari tanti elementi: uno stadio che non abbia costi insostenibili, un pubblico numeroso che abbatta i costi degli steward, dei costi energetici e dei servizi complementari, una nutrita schiera di partner commerciali, intuito e conoscenza del calcio giovanile. 

Quest’ultimo aspetto è il più importante. Gli assetti produttivi locali hanno, da tempo, manifestato uno scarso interesse per il calcio. Quindi, l’alternativa ai budget senza limiti, è rappresentata dalla capacità di selezionare le giovani promesse, anche provenienti da altre nazioni, considerando che i settori giovanili locali fanno, da lustri, fatica a formare talenti spendibili nel calcio che conta. 

Un esempio può essere al nostro caso. Il Pescara calcio ha, alcuni mesi fa, tesserato un quindicenne, Antonio Arena, classe 2009, proveniente dall’Australia, già andato a segno in serie C. Calciatore tecnico, alto, fisicamente forte, pronto per giocare contro avversari con moglie e figli. 

Sfatiamo un mito: l’età. Chi è forte e potrà giocare ad alti livelli, un esperto, che meriti tale qualificazione, lo nota subito, senza dover attendere che il ragazzo diventi senior. Un invito ai settori giovanili. Essi devono insegnare la tecnica, potenziando la velocità e la forza fisica. La tattica è un’inversione dei fattori funzionali: vi si ricorre tanto quando non si hanno in squadra giocatori di qualità e di grande forza atletica e fisica. 

Inutile nascondere quanto sia cambiata la morfologia del calciatore attuale: statura imponente, importante struttura muscolare, piena padronanza dei fondamentali, rapidità di pensiero nel gioco. Al di sotto di questa soglia, il calcio, pur divertente e curioso, è dilettantismo.

Ci rendiamo conto che il calcio giovanile costi molto e renda poco nel breve periodo. Ma solo così le realtà provinciali potranno aspirare, senza subìre crolli ogni quattro o cinque anni, aspirare ad una continuità sportiva. 

A proposito di piccoli centri. Il Notaresco, se continua così, anche nella prossima stagione sarà in serie D. Una buona prassi calcistica, portata avanti con fatica e sapienza calcistica. Infantino ha colpito ancora. Un attaccante così pure tra cinque anni potrà fare molto bene in questa categoria.
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