Non si nasconde dietro facili scuse, il Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, nell’ ammettere un problema politico nella sua maggioranza. Dopo il consiglio lunga riunione di maggioranza al termine del quale D'Alberto dice: «Non mi faccio tirare per la giacchetta e non sono Maurizio Brucchi», in riferimento a quanto accaduto al suo predecessore nel 2017. In ogni caso è ufficialmente crisi per la maggioranza D'Alberto e a nulla sono servite le telefonate di Mariani per far sedere in consiglio i consiglieri. Oramai la rottura è conclamata ed i numeri per votare l'autorizzazione del "Permesso di costruire in deroga" per la realizzazione dei Musp per l'ubicazione del Convitto Delfico nell'area dell'Istituto Forti della Cona non c'erano. In Consiglio si sono dileguarti di colpo i due consiglieri: Valentina Papa e Simone Mistichelli (dopo che un consigliere di minoranza ha fatto capire loro che se non uscivano avrebbero dovuto votare), facendo scendere così a 15 il numero dei consiglieri di maggioranza e costringendo il presidente del consiglio Alberto Melarangelo prima a sospendere per 15 minuti poi a rinviare la seduta in seconda convocazione a lunedì 17 marzo alle 9. Per la Marroni è "iniziata auna guerra tra bande". Le prime avvisaglie si erano registrate già ad apertura seduta con la minoranza che stava con il fiato sul collo alla maggioranza che a stento da mesi riesce a stare in piedi. Ognuno vuole qualcosa: chi un posto di lavoro in Provincia, chi un assessorato, chi vuole contare in seno ad un ente o cda. E non c'è sempre un posto per tutti. Per questo D'Alberto è finito nel tritacarne degli insoddisfatti.