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S’era messo col megafono davanti ad una chiesa, a cantare canzoncine offensive contro la sua ex. Sempre col megafono, andava in giro ovunque lei si trovasse, a raccontare particolari intimi della loro relazione, insultandola. E col telefonino mostrava a chiunque video hard dei loro rapporti, ripresi all’insaputa di lei. Uno stalking che, nelle parole del pubblico ministero durante il processo, è diventata la manifestazione evidente di una violenza, di atti perscutori talmente gravi da spingere la donna a cambiare casa, pur di allontanarsi da quella dello stalker. L’uomo, 53enne, è stato condannato dal Tribunale di Chieti a due anni, ma la pena potrà essere sospesa se si affiderà ad associazioni che si occupano proprio del trattamento di persone coinvolte in casi analoghi.