Se Donald Trump sta provando a risolvere il problema della guerra in Ucraina, a Teramo, a sorpresa, abbiamo trovato chi potrà risolvere quello nella striscia di Gaza. Si tratta dell’assessore Miriam Tulli che ha trovato la strada giusta per mettere d’accordo le tre religioni monoteiste: Cristianesimo, Islam ed Ebraismo. Come? Semplicissimo: attraverso la strategia del panino con il prosciutto. Basta far servire ai bambini delle scuole primarie un panino con il prosciutto, possibilmente come avvenuto a Teramo in un venerdì di quaresima e il tutto è fatto. In un solo colpo si sono ritrovati sulla stessa linea i cattolici che, in teoria, non potrebbero mangiare la carne di venerdì durante il periodo quaresimale, i musulmani e gli ebrei che non possono mangiare la carne di maiale. La “genialata” dell’assessore teramano non è passata inosservata e i bambini, da quanto ci risulta, hanno reagito in maniera diversa. I cattolici hanno mangiato dal momento che per quelli ancora non comunicati il precetto non vale, di coloro di religione ebraica non si hanno notizie ma i musulmani, che hanno a cuore il loro credo, hanno tolto il prosciutto dal panino e si sono accontentati di pane senza companatico. Se dell’opera dell’assessore Tulli fino a oggi non vi erano segnali, adesso sappiamo che esiste. Dato alla Tulli quello che è della Tulli passiamo adesso all’assessore Antonio Filipponi. Ecco, di lui abbiamo un’ampia casistica di come intenda il rispetto per la religione, quella cattolica specialmente. La polemica sul Carnevale festeggiato nel primo sabato di Quaresima continua a far parlare e sui social è polemica aperta con alcuni cittadini, arrivando anche a una disquisizione di natura teologica. E qui Filipponi ha toccato cime inarrivabili. A un post dell’avvocato Gianluca Pomante che lo ha criticato sull’opportunità di festeggiare il carnevale in piena quaresima, l’assessore Filipponi ha replicato che: “spesso si vive un cattolicesimo con tanta forma e poca sostanza” e lui è portato a vivere con sostanza e non con la forma. Siamo certi che Sant’Agostino ed altri padri della chiesa si siano chiesti se fino a oggi loro non abbiano capito nulla della religione cattolica. Forma e sostanza? Ma che significa? Filipponi, oltre che sapere di carnevale e sbicchierate varie, dovrebbe capire che la religione cattolica è fatta di regole. Anzi a voler essere precisi, la forma ci sarebbe e la sostanza va di conseguenza. Un esempio: nella santa messa la forma è la liturgia, la sostanza è il corpo di Cristo nell’ostia consacrata. Seguendo il pensiero “Filipponico” basterebbe celebrare l’Eucarestia senza il contorno della messa. No, caro assessore, non è così. Quanto affermato è grave. Se uno crede, ha delle regole da rispettare (i dieci comandamenti non le dicono nulla?) e, soprattutto, è la Fede che guida tutti. Cosa ci sia di sostanzioso nella Fede non ci è dato sapere, c’è tanto di spiritualità. La chiesa cattolica, per di più, fonda molto, se non tutto, su alcuni dogmi. Ne citiamo qualcuno: Dio uno e trino; l’unicità di Padre, Figlio e Spirito Santo; Cristo Figlio di Dio; Maria Immacolata Concezione; la sua ascensione al cielo; l’esistenza del Purgatorio e ci fermiamo qui. Tutto questo è Fede e null’altro. Di quale cattolicesimo parla Filipponi vorremmo capirlo ma ci è difficile farlo. Ed è ancora più difficile quando l’assessore teramano peggiora la sua posizione sconfinando quasi nell’eresia. Nell’ennesima risposta a una provocazione dell’avvocato Pomante, Filipponi afferma: “il mio modo di vivere il cristianesimo supera molti stereotipi come quello di non mangiare la carne nel venerdì di Quaresima”. Stereotipi nel Cristianesimo? Intanto, assessore Filipponi, dovrebbe sapere che il Cristianesimo è una cosa e il Cattolicesimo un’altra. Le ricordo che nel Cristianesimo c’è anche la chiesa Ortodossa che è lontana anni luce dal suoi modo di intendere la religione. Ma anche nel Cattolicesimo c’è ancora un certo rigore. No Filipponi, in una religione non ci sono stereotipi ma c’è una dottrina da seguire e da mettere in pratica. L’ora et labora dei Monaci Benedettini non è uno stereotipo, il celebrare la domenica non lo è neppure così come non lo sono la Pasqua e il Natale. Faccia una cosa: viva il cristianesimo a modo suo e in tutte le feste religiose faccia vedere che lei le santifica a modo suo: lavorando. Magari fa qualcosa di diverso dagli altri cattolici che lo vivono nello stereotipo della Fede.
ALFREDO GIOVANNOZZI