Nel 2024 le immigrazioni dall'estero
in Italia sono state 435mila, in lieve diminuzione (-1,2%)
rispetto al 2023, ma più elevate rispetto ai valori osservati nel
decennio 2012-2021 durante il quale non si è mai superata la
soglia dei 400mila ingressi annui. La flessione registrata nel
2024 è dovuta alla consistente riduzione dei rimpatri di
cittadini italiani, che hanno segnato un calo del 14,3%. Al
contrario, le immigrazioni degli stranieri hanno mostrato una
lieve crescita (+1,0%), contribuendo a mantenere i flussi
complessivi su livelli elevati. Lo rileva l'Istat nel rapporto
"Indicatori demografici Anno 2024", divulgato oggi.
Dai primi dati provvisori si osserva che il Bangladesh è il
principale Paese di origine dei flussi di immigrazione straniera
(7,8% del totale), seguito dall'Albania (7,1%). Ancora
significativo il flusso di stranieri provenienti dall'Ucraina
(6,5%), in chiara relazione agli ingressi per motivi umanitari
dovuti al conflitto tuttora in corso. I rimpatri dei cittadini
italiani, invece, provengono principalmente dalla Germania
(15,4%) e dal Regno Unito (11,5%).
Nel 2024 aumentano di oltre il 20% le emigrazioni per l'estero,
che passano da 158mila del 2023 a poco meno di 191mila, facendo
registrare così il valore più elevato finora osservato negli anni
Duemila. L'aumento è dovuto esclusivamente all'impennata di
espatri di cittadini italiani (156mila, +36,5% rispetto al 2023)
che si dirigono prevalentemente in Germania (12,8%), Spagna
(12,1%) e Regno Unito (11,9%), mentre circa il 23% delle
emigrazioni dei cittadini stranieri è riconducibile al rientro in
patria dei cittadini romeni.
Il saldo migratorio con l'estero
complessivo, pari a +244mila unità, è frutto di due dinamiche
opposte: da un lato, l'immigrazione straniera, ampiamente
positiva (382mila), controbilanciata da un numero di partenze
esiguo (35mila); dall'altro, il flusso con l'estero dei cittadini
italiani caratterizzato da un numero di espatri (156mila) che non
viene rimpiazzato da altrettanti rimpatri (53mila). Il risultato
è un guadagno di popolazione di cittadinanza straniera (+347mila)
e una perdita di cittadini italiani (-103mila).
In termini relativi, il tasso migratorio con l'estero è pari al
4,1 per mille abitanti, più elevato al Nord e al Centro,
rispettivamente pari al 4,7 e al 4,5 per mille, più contenuto nel
Mezzogiorno dove si ferma al 3,1 per mille. A differenza di ciò
che si osserva per la mobilità interna, che vede il Mezzogiorno
quale area sfavorita, nel caso delle emigrazioni verso l'estero è
il Nord che evidenzia una maggiore propensione: il suo tasso di
emigratorietà è pari al 3,7 per mille abitanti, superando il
valore medio nazionale (3,2 per mille), mentre per il Mezzogiorno
il tasso si attesta al 2,9 per mille.