Sono indagini complicate, quelle che i caraabinieri di Teramo e di Alba Adriatica stanno svolgendo dopo la rapina messa a segno da una banda di cinque rapinatori armati che hanno seminato il terrore in una villa isolata a Martinsicuro, in via del Semaforo, in contrada Civita, dove il noto armatore di Italfish, Federico Crescenzi, sua moglie, i due figli adolescenti e due amici dei ragazzi sono stati sequestrati e minacciati la sera di sabato scorso. La casa non dispone di un sistema di videosorveglianza e tanto meno di un sistema di allarme, motivo per il quale la banda ha potuto agire indisturata. Le indagini, dunque, non sono semplici visto che subito dopo il fatto, i cinque rapinatori sono fuggiti prendendo, probabilmente l'autostrada A/14 a pochi chilometri di distanza.
Il bottino della rapina, ammonta a circa 200mila euro, oltre a tre pistole legalmente detenute dalla vittima. Fortunatamente, nonostante la violenza psicologica subita, nessuno ha riportato ferite. L' imprenditore marittimo ha una flotta di pesca d'altura operante nell'Oceano Atlantico e che ha base al porto di Dakar, in Senegal. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la banda, una volta all'interno, avrebbe prima sorpreso e immobilizzato i tre ragazzi, che si trovavano nella tavernetta del piano interrato, per poi salire al piano superiore, dove hanno sequestrato i genitori che stavano dormendo e il figlio di 14 anni, portandoli nella tavernetta e legandoli con delle fascette di plastica. Sotto minaccia, Federico Crescenzi è stato costretto a consegnare le chiavi della cassaforte che hanno poi svuotata, dentro c'era oro, contanti e tre pistole regolarmente detenute. Poi sono fuggiti e sollo dopo una mezz'ora uno dei figli si è riuscito a slegare e a chiamare i carabinieri. "E' stato un incubo", ha dichiarato ai giornalisti l'armatore Crescenzi. La banda dell'est Europa avrebbe lasciato delle tracce ora al vaglio degli investigatori.