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Una panchina rossa e una targa. A perenne ricordo di una donna vittima della violenza di un uomo. Quella panchina e quella targa sono, da oggi, un monumento contro il femminicidio, un atto di accusa contro la violenza di una cultura arcaica di rapporti sbagliati. Quella panchina e quella targa, nella nuova piazza di Villa Mosca, ricordano Ester Pasqualoni, dottoressa teramana che proprio qui, a Villa Mosca, ha trascorso anni della sua vita e qui, ancora, vive la madre. In servizio al Day Hospital di Oncologia medica dell’Ospedale Val Vibrata di Sant’Omero, particolarmente stimata da colleghi e pazienti per la sua dedizione al lavoro e per la profonda sensibilità, Ester Pasqualoni nel 2017 fu vittima di femminicidio, lasciando un vuoto incolmabile fra tutti coloro che l’avevano conosciuta. Nel corso della cerimonia di apposizione della targa a lei dedicata con su scirtto: "l'amore è libertà non possesso", che ha visto la partecipazione dei familiari e degli amici della dottoressa, oltre che della coordinatrice della rete antiviolenza “Ester sono io” Anna Di Donatantonio, c’è stata la lettura di un testo contro la violenza delle donne da parte di Anna Di Paolantonio, dell’Associazione Bon Ton, e un flash mob di sensibilizzazione promosso in collaborazione tra le due associazioni. Presenti il Sindaco, con gli assessori Ciammariconi e Ferri, la famiglia di Ester: il fratello Mariano che ha invitato le forze di polizia a mettere un braccialetto elettronico a chi viene denunciato per atti di violenza, la madre ultracentenaria Marina con la presenza di tante associazioni, tra le quali: Adele Di Rocco dell'associazione Codice Rosso e le forze dell'ordine. I ragazzi della 5 B del liceo Artistico Montauti hanno fatto cogliere profondi momenti di riflessione con i loro cartelli contro la violenza sulle donne. Presente per la  Asl per la quale Ester lavorava, Carlo Di Falco direttore del Mazzin ei Giovanni Cianci oncologo e collega della dottoressa, che ne ha tracciato un ricordo.