Va avanti per la sua strada, il presidente della Regione Marco Marsilio, deciso a denunciare tutti gli "assaltatori" della Regione, «autori di una "scampagnata" che rinverdiva altri periodi e altre occupazioni». Ecco le sue parole
Contro il presidente della Regione, continuano ad arrivare reazioni: "Non è accettabile definire
'teppa rossa' le maggiori sigle sindacali nazionali Cgil, Cisl,
Uil, Ugl, i sindaci e tutte le forze di opposizione presenti
alla manifestazione". Così Daniele Licheri, segretario regionale
Sinistra Italiana - Avs, critica le dichiarazioni del presidente
Marco Marsilio nel giorno dell'approvazione delle modifiche
all'Irpef: il governatore abruzzese ha l'intenzione di consegnare
alla polizia le riprese video di quanto accaduto in aula per
verificare chi abbia commesso reati.
"Non è accettabile - spiega - utilizzare un linguaggio
squadrista e fascista con chi civilmente, democraticamente e
pacificamente chiede di poter prendere parola contro l'aumento
delle tasse e i servizi che mancano; non è accettabile
nascondersi in un bunker e procedere, nonostante una protesta
del genere, come se nulla fosse, con l'aplomb di amministratori
di condominio che gestiscono la cosa pubblica come fosse roba
loro. Governare non è comandare".
Analoga la posizione del consigliere regionale Dino Pepe
(Pd). "Con la manifestazione di giovedì in Consiglio regionale -
scrive - i cittadini hanno dimostrato di avere ancora la
speranza che questa regione possa essere governata diversamente.
Tanti abruzzesi hanno deciso di essere presenti a L'Aquila per
ribadire le preoccupazioni legate a una sanità pubblica che non
dà risposte, ma ha accumulato quasi 200 milioni di disavanzo in
sei anni".
"I dati sulle lunghe liste d'attesa - conclude - la mobilità
passiva dilagante, i 120mila abruzzesi che hanno rinunciato alle
cure e i 60 mila senza medico di famiglia, ci dicono che in
Abruzzo questo diritto è compromesso»