Egregio Ambasciatore,
sono qui a scriverLe, come Sindaco della Città di Teramo, per esprimerLe la preoccupazione e
la contrarietà dell'Istituzione e della comunità che mi onoro di rappresentare per la situazione che si
vive ormai da troppo tempo in Medio Oriente e per una guerra di cui a subire le drammatiche
conseguenze è prevalentemente la popolazione civile.
Il 30 gennaio scorso, nell'Auditorium del Parco della Scienza a Teramo, nei locali che
ospitano il Consiglio Comunale, massima espressione della volontà popolare e organo di indirizzo
politico del Comune, abbiamo ospitato, alla Sua presenza, la cerimonia di consegna ai familiari del
nostro concittadino Umberto Adamoli, riconosciuto dallo Yad Vashem come "Giusto tra le
Nazioni", dell'importante onorificenza alla memoria.
Una cerimonia che ha visto anche il Suo sentito intervento e nel corso della quale tutti, come
Istituzioni, abbiamo ribadito come il testimone che ci hanno lasciato tutti i Giusti del mondo sia
stato proprio quello di mettere al primo posto la dignità umana, l'uomo in quanto tale, la solidarietà
e il rispetto verso laltro, tanto da mettere a rischio la propria vita pur di salvarne altre.
Una dignità che, purtroppo, ancora oggi viene calpestata, anche in Terra Santa, dove da
ormai oltre un anno assistiamo a un riaccendersi delle violenze di fronte alle quali non possiamo
non far sentire la nostra voce.
Nel condannare fermamente il vile atto di terrorismo perpetrato da Hamas in Israele il 7
ottobre 2023 e qualsiasi altra azione che minacci la sicurezza dello Stato di Israele e dei suoi
cittadini, non possiamo non esprimere il nostro dolore e la nostra dura contrarietà per le azioni che
il Governo israeliano sta portando avanti nei confronti della comunità palestinese, richiamando
tutte le parti coinvolte nel conflitto al rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite, che richiedono la
garanzia dei diritti umani e della dignità di tutti i popoli.
Non possiamo non ricordare come ad oggi, a causa di questa guerra, che dura ormai da un
anno e mezzo e che rappresenta il conflitto più lungo e più sanguinoso fra israeliani e palestinesi dal
1948, hanno perso la vita oltre 1.500 cittadini israeliani e oltre 50.000 cittadini palestinesi, tra cui
tantissimi bambini, con un numero impressionante di sfollati e con i sopravvissuti che porteranno
dentro, per tutta la loro vita, le cicatrici di una spirale di violenza a cui è assolutamente necessario
porre fine, proprio nel nome di quell'umanità che dovrebbe guidarci tutti.
Come ho ribadito anche nella missiva che avevo scritto, proprio a gennaio, sulla base di un
indirizzo approvato dal Consiglio Comunale, al Sindaco di Rishon Le Zion, Città con la quale
leramo è gemellata fin dal 1998 e con la quale ad oggi non è stato possibile riprendere i rapporti per
via della difficoltà a reperire contatti aggiornati, come Le avevo evidenziato in occasione della sua
presenza a Teramo, oggi, più che mai dovremmo rifuggire da quella che appare sempre più, quando
si parla di conflitti, come una sorta di classifica dell'orrore. Ogni guerra, ogni forma di violenza, di
razzismo, di disumanizzazione dell'altro, ogni genocidio, ha una sua unicità drammatica che
contribuisce a tradire la memoria e farci cedere alla tentazione di sentirci estranei da quello che
succede a un passo da noi.
Eppure è proprio quello che continua ad accadere oggi. Le notizie che ci arrivano dalla Terra
Santa ci lasciano ogni giorno più sgomenti. La drammatica situazione in cui vivono i palestinesi da
quello che ormai potremmo definire un tempo senza tempo, la disumanizzazione di un'intera
popolazione vittima due volte, sia delle violenze di Hamas, organizzazione contro la quale nel nord
di Gaza, proprio in questi giorni, gli stessi palestinesi sono tornati a manifestare a rischio della
propria vita, sia della guerra che sta conducendo il Governo di Israele, con migliaia di vittime civili,
le stragi quotidiane di bambini, dovrebbero interrogare ciascuno di noi su cosa voglia dire, oggi,
"restare umani" e spingerci tutti a chiedere un immediato cessate il fuoco e l'avvio di un reale
percorso di pace che, come auspicato a più riprese dal Santo Padre, Papa Francesco, e dal Presidente
della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, così come dalle risoluzioni delle Nazioni Unite, possa
finalmente portare alla coesistenza pacifica di due Stati: Israele e Palestina.
Proprio per il rapporto che abbiamo costruito con la nostra Città, sarei ipocrita se oggi non
Le esprimessi il nostro dolore per quanto avvenuto anche nelle ultime settimane e negli ultimi
giorni.
L'attacco israeliano al convoglio della Mezzaluna Rossa, l'adesione del Governo di Israele al
piano del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di acquisizione di Gaza, che prevede lo
svuotamento della Striscia di quasi 2 milioni di palestinesi, richiamando deportazioni che nulla
hanno a che vedere con la tutela della vita umana, non possono che suscitare sdegno e riprovazione.
Eppure nemmeno le proteste contro la guerra che si registrano in Israele, il dolore di due
popoli che come tutti i popoli anelano alla pace, sembrano sortire alcun effetto. Ma ignorare quanto
sta accadendo a Gaza, bollare i massacri come danni collaterali, rispondere alla violenza con la
violenza, può portare solo ulteriore dolore per tutti.
Se la memoria, al di là del tempo e dello spazio, ha davvero un valore, oggi, la vera sfida, è
propria quello di riappropriarci della memoria stessa come vaccino contro ogni forma di negazione
della dignità umana, ricucendo passato, presente e futuro e mettendo sempre al centro l'uomo in
quanto tale.
Qualche giorno fa, nella nostra città, abbiamo inaugurato il "Giardino dei Giusti di tutto il
mondo", per onorare, ancora una volta, la memoria e ricordare la storia di tutti coloro che, di fronte
a ingiustizie e persecuzioni, hanno scelto di difendere la dignità umana anche a costo di sacrificare
la propria vita.
Le Città possono svolgere un ruolo straordinario per la costruzione della Pace.
Teramo si distingue sempre più come Città aperta al mondo e Città di Pace, che ripudia la
guerra e pone il rispetto della dignità umana sempre e ovunque prima di ogni cosa.
Guardando alle immagini che arrivano dalla Terra Santa, dunque, non possiamo che
chiederci: "E' questa la dignità umana che abbiamo celebrato a Teramo il 30 gennaio?".
Og8i, lavorare per un mondo giusto, vuol dire difendere il diritto alla pace di Israele e allo
stesso tempo il diritto alla pace e a uno Stato della popolazione palestinese, senza eradicazioni, senza
violenze, mettendo l'essere umano al centro.
GIANGUIDO D'ALBERTO
Sindaco di Teramo