E' partita, nelle aule di
Officine Capodarno a Stia (Arezzo) la scuola per pastori. Alla
Shepherdschool sono arrivate 75 domande e da queste sono stati
selezionati otto studenti e studentesse hanno deciso di intraprendere
un percorso sia teorico che pratico. Alle lezioni teoriche saranno
affiancate lezioni pratiche e un periodo di stage presso le aziende
dei Comuni del Parco nazionale delle Foreste casentinesi. Rispetto
allo scorso anno il programma è stato ampliato con nuovi moduli e
nuove uscite in campo.
La scuola per pastori e allevatori rientra tra le attività di
Shepforbio, un progetto cofinanziato dal programma Life dell'Unione
Europea che ha l'obiettivo di conservare alcuni habitat di prateria
attraverso la promozione e la rivalutazione delle professioni
tradizionali di questi territori. Il corso si articolerà in una prima
parte teorica, della durata di 23 giorni distribuiti nei fine
settimana di aprile-giugno, con lezioni in classe e visite alle
aziende del territorio, a cui seguirà una parte di stage pratico di 30
giorni, vero fiore all'occhiello della scuola. Durante questo periodo
gli studenti saranno ospitati nelle aziende e affiancheranno i pastori
e gli allevatori in tutte le loro attività.
Le lezioni si terranno a Pratovecchio Stia e presso il centro visita
di Premilcuore del Parco nazionale e saranno tenute da docenti,
ricercatori ed esperti di Dagri-Università di Firenze, Dipartimento di
Biologia Ambientale dell'Università La Sapienza di Roma, Dream Italia,
Regione Toscana e Parco con la collaborazione di Rete Appia e
Difesattiva e il coinvolgimento diretto di pastori e allevatori. Tra
gli otto allievi selezionati c'è l'aretina Caterina Blasi, 30 anni a
giugno, laureata in scienze forestali lo scorso febbraio, ha alle
spalle molte iniziative legate all'ambiente come quella di
Difesaattiva sul monitoraggio sul lupo. Dallo studio sul lupo è
arrivata la passione per la pastorizia e la volontà, come dice
Caterina ''di chiudere il cerchio, dare una mano al processo di
coesistenza con il lupo e incidere su questo presente per riportare le
persone più vicine alla natura''. Caterina non esclude di andare a
lavorare in un'azienda, ma il suo obiettivo è quello più ampio di
approfondire la conoscenza di questo mondo e ricucire gli strappi con
la modernità, cooperando alla tutela della biodiversità. Lapo Ghelli è di Rignano sull'Arno e ha 21 anni. Ha
concluso la scuola Agraria a Firenze e è partito per alcune esperienze
all'estero. Lui viene da una famiglia di produttori di vino e olio
all'Isola del Giglio e a Rignano sull'Arno. Dalla famiglia viene la
passione per l'agricoltura e l'allevamento. Per lui seguire questa
scuola significa portare più competenze alla realtà di famiglia.
Giulia Piermartiri, 35 anni, viene dalla Marche, ha studiato
architettura per tre anni, poi fotogiornalismo e da quindici anni
lavora come documentarista freelance per molte testate internazionali.
''Girando il mondo mi sono resa conto che i popoli più felici sono
quelli che hanno una vita semplice a contatto con la natura. Questo mi
ha ricondotto alle mie origini e al legame con mio nonno Enzo di 96
anni dal quale ho appreso tante conoscenze sull'agricoltura di
sussistenza. Tutto questo mi ha portato alla scuola per pastori,
ovvero la volontà di ricollegare la mia vita all'allevamento e alla
natura, contro lo spopolamento delle campagne e delle montagne e per
dare voce a queste tradizioni''.
Marta, 32 anni, della provincia di Bologna, lavora già in un
allevamento di ovini e ha scelto la scuola per avere una preparazione
più completa e adeguata alle esigenze delle aziende moderne collegando
il tutto anche alla conservazione dell'ambiente. Arianna Faccini, 26
anni di Rocca San Casciano Cesena, ha finito il socio-sanitario oggi
vive in un'azienda agricola e la scuola per pastori per lei significa
apprendere di più per sostenere i suoi animali e ampliare le sue
opportunità di vita e di lavoro.
Roberta Bernardi, 26 anni, dall'Aquila, Abruzzo. Laurea triennale in
scienze Politiche a Bologna, poi laurea magistrale in geografia. La
sua famiglia ha delle attività ristorative in montagna. Il suo sogno è
quello di aprire una propria attività agrituristica anche gli animali
e un piccolo gregge. Il fatto che spesso si sia sentita dire ''lascia
perdere, è troppo difficile'', l'ha spinta a iscriversi a un percorso
di scuola per pastori professionale per avere maggiori competenze
anche sul fronte della sostenibilità ambientale. Matteo Chimenti 33
anni, ha fatto la scuola alberghiera e viene dal Mugello, dove la sua
famiglia ha un'attività di ristorazione. La sua passione per gli ovini
nasce da piccolo grazie a un amico del Mugello che aveva un gregge.
Lui è cresciuto in questo contesto e oggi, grazie alla scuola,
vorrebbe portare avanti questa attività in modo equilibrato con
l'ambiente. Il suo sogno è quello di aprire una piccola attività
agrituristica dove unire le sue anime di ristoratore e amante del
pascolo.