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Estirpare la mafia coltivando l'educazione: è questo il seme della campagna di Padre Maurizio Patriciello, oggi ospite  della Scuola di Legalità di Teramo.
"Un incontro puó cambiarti" ha detto alle centinaia di studenti che questa mattina, nell'aula magna dell'Università di Teramo, hanno partecipato a una didattica insolita, apprendendo una vera e propria lezione di vita. Una vita dedicata alla lotta contro la criminalità organizzata, quella di Padre Maurizio, che con carisma e audacia porge ogni giorno la sua mano in aiuto per raccogliere i fiori della società.
"Nessuno è un mostro; siamo fatti tutti a immagine e somiglianza di Dio" ricorda ai presenti "ma qualcuno sceglie di compiere azione mostruose."
Testimone diretto di una realtà difficile nella terra della Camorra, racconta ai giovani le sue esperienze con la malavita, che inizia nel piccolo, dall'assenza di controllo. 
"Salvatore era un mio compagno di scuola, ma non ha avuto mio padre che lo punisse ed educasse quando ha riportato a casa la prima mela. Poi è arrivata una bicicletta, e dai furti di paese è passato a qualcosa di più grande finendo dritto in prigione. Quando è uscito, era stato promosso a boss. Ci siamo rivisti alla festa di San Maurizio, io ero stato da poco ordinato prete. Mi ha detto "Prega per me!" e qualche tempo dopo a me è arrivata la chiamata che mi informava della sua morte." Sono ricordi che toccano il cuore e commuovono la coscienza di chi ascolta; i ragazzi si appassionano, si ispirano come gli adulti a ripristinare il ruolo di educatori.
"Padre Maurizio Patriciello" commenta la coordinatrice della Scuola della Legalità, Fiammetta Ricci "corona il programma di giustizia portato avanti finora, dopo il premio Livatino attribuito qualche giorno fa, guardando da una prospettiva diversa la lotta alla mafia." L'incontro di oggi rinfodera la pistola del conflitto, per sfogliare le pagine di un libro nuovo: quello di una società migliore, più educata, più libera dalla criminalità e dall'ingiustizia. Sentito il collegamento con la Casa di reclusione di Sulmona, dalla quale alcuni detenuti hanno portato la propria testimonianza. Hanno partecipato: Stefano Liberatore ed Elisabetta Santolamazza, rispettivamente direttore e capo Area trattamentale della Casa di reclusione, e Francesca Vaccarelli, coordinatrice della Formazione degli studenti nei poli universitari penitenziari dell’Università di Teramo. Padre Patriciello ha dialogato con gli studenti e i docenti delle Scuole Superiori che frequentano la Scuola di legalità e giustizia e con i docenti dell’Ateneo di Teramo che compongono il team della Scuola: Laura Di Filippo, Consuelo Diodati, Lucia Sciannella, Pierina Visciano e Umberto Tosi.
 Eugenia Di Giandomenico

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