Sono una coppia di conviventi, originari del Sud Italia, ma da anni residenti a Corropoli, i due fermati dai Carabinieri perché sospettati dell’omicidio di Martino Caldarelli, l’uomo di San Pietro di Isola del Gran Sasso, scomparso venerdì scorso e trovato oggi senza vita in un laghetto. La posizione della donna sarebbe meno grave rispetto a quella dell’uomo, accusato di un delitto efferrato. Si tratterebbe di A.C., 45anni, un uomo noto alle forze dell’ordine, spesso coinvolto in furti in zona, tanto da essere stato più volte segnalato sulle chat di alcuni gruppi di vicinato, che controllano il territorio. Nelle ore delle indagini, era stato fermato dai Carabinieri mentre viaggiava a bordo della Panda di Caldarelli, che peò aveva già riverniciato di nero. La stessa auto poi data alle fiamme a Giulianova. Sulle priime, non erano state associate le due ciose, ma poi una volta messo alle strette dai Carabinieri, è stato lui ad indicare il luogo nel quale aveva cercato di nascondere il cadavere. Perché l’ha ucciso?
Le modalità del delitto e la presenza della compagna, orientano a questo punto i sospetti sulla pista della gelosia (ma anche alla prosituzione), anche perché - circostanza non confermata ufficialmente - a mettere i Carabinieri sulla strada della Vibrata sarebbero state alcune tracce social lasciate da Martino Cardarelli. E’ solo un’ipotesi, però, perché al momento gli inquirenti stanno lavorando con grande meticolosità alla ricostruzione delle ultime ore di vita di Martino Caldarelli.